giovedì 17 novembre 2011


BRINDIAMO CON CAUTELA

Il governo Monti è varato, non ancora approvato dalle Camere (per cui la cautela di Amoproust) e già si sono scatenate le doppie, triple polemiche.

Ho notato un paradosso fondamentale. Il centro (terzo polo) e il PD appoggiano incondizionatamente l’opera del professore. La PDL mette paletti e riserve, la Lega è contro, in modo anche istituzionalmente maleducato e cafone. Ma cosa volete aspettarvi da bifolchi padani? E’ lo stile del dito medio.

Il paradosso è nell’accoglienza data alla lista dei ministri. Parte dei sostenitori di Berlusconi si stracciano le vesti e gridano al complotto demogiudoplutocraticomassonico contro  l’Italia. Delinquenza internazionale che userebbe Monti e i suoi per realizzare i suoi obiettivi. Monti e squadra come mandatari della Goldman Sachs e compagnia bella. A far fuori l’Italia. La destra estrema va congiungendosi così con un corto circuito pericolosissimo con le frange estreme della protesta degli indignados. La cupola della finanza internazionale che si materializza nel governo Monti. Non vi pare fantapolitica? Sostenuta da una verità: che la finanza ha colpe gravi per la crisi internazionale, che ha giocato sporco. Ma fermiamoci qui. D’altronde se uno è malato chiamo il medico, se la malattia è finanziario-economica si chiama un economista. Non certo un architetto. Napolitano, secondo voi, è caduto in una trappola?

E veniamo alla “giunta” Monti. Il colpo d’occhio panoramico svela una squadra di tecnici di provenienza accademica, burocratica, moderata, cattolica. Un consiglio che potrebbe esser uscito dal congresso di Todi e da una convention della Bocconi. Fin qui uno dice: “Sono tecnici, che te ne frega? Quando chiami un medico gli chiedi la tessera del partito o la sua confessione religiosa?”

Ma, c’è sempre un ma, questi tecnici devono fare politica. Perché un governo tecnico è una pia illusione. Quando si fanno riforme del fisco, dell’amministrazione, della scuola ecc. si fa politica, poche balle. E i tecnici non devono solo aggiustare una sedia per cui basta la competenza del falegname, ma devono incidere sulla carne viva della società, per cui si fa politica. E i tecnici, se si fa politica, sono di “area” come si dice. Di area cattolica, di area laica, di area socialista, di area liberale ed esprimono valori orientati dalla loro appartenenza.

Indubbiamente la squadra Monti è composta da persone moralmente a posto. E questo è già un passo avanti nei confronti di certi governi. Non conosciamo le biografie, ma non sembra emergano fatti eclatanti. Qualcuno (sempre della destra berlusconiana) ha scoperto il conflitto di interessi di Passera, che non è proprietario di un bel niente. Mentre il cavaliere era proprietario di qualcosa.

Persone moralmente a posto, responsabili, ma di area moderata, bocconiana, cattolica. Forse è giusto così, Monti ha voluto sentirsi a casa, avere una squadra solidale con lui. Ma, forse, un po’ più di lungimiranza sociale non guastava in chi deve cavalcare un’emergenza grave. In Italia ci sono fior di economisti laici e servitori dello Stato non moderati ma di area ben marcata. Prendiamo l’esempio di Salvatore Settis, si era fatto il suo nome per i bei culturali, Amoproust aveva già esultato, ma poi l’insigne studioso è sparito dalla lista. Perché?

La giunta Monti è quindi un distillato dell’Italia benpensante, acquiescente alla Chiesa, ben lontana da idee forti, prudente. Cattolici. Ma sappiamo che anche nell’area cattolica esistono orientamenti ben diversi, si va da un Vito Mancuso e un don Gallo al cardinal Ruini e compagnia cantante. C’è un cattolicesimo integralista e un cattolicesimo liberale e aperto fino a un cattolicesimo rivoluzionario. Sono le scelte sociali che segnano un cammino.

Cosa farà nel concreto il Governo Monti, come inciderà sul corpo sociale, che riforme affronterà e con quale spirito è tutto da vedere. Per ora ci sono solo pormesse e annunci generici.Lo supportiamo (e parlo della sinistra) perché ci tiri fuori dai guai economici, ci salvi dal disastro e imposti le riforme con equità. Parola magica. 

Qualcuno mi ha scritto che l’equità la vogliono tutti.  Balla. Dicono di volerla, ma poi…  Non la vogliono coloro che sfuggono al fisco e ne inventano di cotte e di crude per non pagare imposte,  che portano i capitali all’estero, gli imprenditori che delocalizzano lasciando i lavoratori sul lastrico, i manager che lucrano stipendi d’oro mentre licenziano, gli egoisti incalliti che di fronte alla povertà si voltano dall’altra parte, i politici che godono di privilegi inammissibili e compagnia. Sono categorie morali che diventano, si fanno categorie politiche. E’ equo il comportamento  del politico che all’estero in trasferta, dorme in alberghi da 30.000 euro a notte? Succede regolarmente.

Ci aspettiamo dal Governo Monti una gran lezione di equità e di giustizia sociale. Cose non da rivoluzionari ma da moderati cattolici. Ci sta benissimo.
Buon lavoro Professor Monti.

Amoproust -  17 novembre 2011


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