Il manicomio
Impazza
il manicomio della politica. Dopo gli scandali regionali quelli che non si vogliono
dimettere, anche se sono inguaiati fino al collo.
E
adesso anche chi, condannato per evasione fiscale (lasciando le sue impronte
digitali), dichiarato dai giudici naturalmente incline a delinquere, dopo aver
dichiarato di voler fare un passo indietro, com’era da aspettarsi, ne fa due in
avanti. Si propone come guida del partito degli evasori fiscali e degli
antieuropeisti e dei liberisti a oltranza. Evasori fiscali unitevi. Contro lo
stato di polizia fiscale di Monti. Contro il possibile ritorno della sinistra liberticida.
Uno
spettacolo indecente. Un teatro che andrebbe oscurato per pietà e pudore. Ma ce
lo dobbiamo sorbire in nome della libertà d’informazione, che, intanto un Parlamento
di inquisiti e di gaglioffi minaccia di oscurare con una legge bavaglio.
Si
andrà a votare con il Porcellum. Questo vogliono i gaglioffi perché lui li
metterà tutti nelle sue liste e torneranno a imperversare. La Lega (mio Dio!)
plaude al rientro del Duce. Sarà un’altra storia di un’alleanza torbida e miserabile?
A
sinistra imperversa il ciclone Matteo. Un ciclone perché è entrato a gamba tesa
in una coalizione già di per sé difficile, scombinando i giochi. Non era il momento.
Cose più urgenti premevano come cambiare la legge elettorale e presentare agli
italiani un programma unitario di riforme e di salvaguardia (non solo dell’economia)
ma del welfare e dei diritti e della giustizia vera.
In
America se vince il superconservatore Romney, saranno tempi duri soprattutto
per l’Europa. Perché perderemo il nostro miglior alleato sulla strada dell’Unione
politica e della pace. Romney valuta l’Europa come un covo di pericolosi
bolscevichi, un mondo da cui stare lontani in nome della crociata
ultraortodossa del cristianesimo “armato” e del capitalismo peggiore.
Cosa
augurarsi? Lo dobbiamo dire al di fuori dei denti.
Che
vinca ovunque la ragione il buon senso (ma è possibile?). Da noi significa che
prevalga una buona alleanza tra
riformatori e democratici liberali moderati. Faccio precedere le parole “democratici
liberali” perché moderati da solo non significa un accidenti di niente. Che le
forze della reazione e della corruzione endemica siano sconfitte dagli
elettori.
Perché
tocca ai cittadini onesti reagire, voler vivere in un paese normalizzato e veramente
europeo. Mettiamoci tutti una mano sulla coscienza e puntiamo la barra nella
giusta direzione. Altrimenti ci aspetta lo spettro della Grecia e, Dio non voglia,
un altro ventennio di governi sciagurati.