mercoledì 9 novembre 2011

NON BRINDIAMO


NON BRINDIAMO

Amoproust ha sempre pensato che, alla caduta di Berlusconi, avrebbe brindato. Ma all’indomani della sua andata al Colle e delle promesse (per ora) dimissioni, non mi sento affatto contento e felice. Per  varie ragioni.

1.  La promessa è avvenuta in un contesto drammatico per il paese. Se le dimissioni fossero state date alcuni mesi fa, forse ci saremmo risparmiati non solo miliardi di interessi ma anche un logoramento di credibilità che ci ha portati quasi sul banco degli imputati in Europa e nel mondo. Ora non sappiamo come andranno le cose nei mercati al semplice annuncio (ancora una volta!) di un cambiamento a livello governativo.

2.  I tempi sono estremamente stretti. Berlusconi non è morto e sta puntando a una rinascita attraverso le elezioni. Se non propria sua del suo partito, dei suoi sodali capaci di difendere i suoi interessi. Non  dimentichiamoci di questo: interessi per cui è disposto a tutto. Qualcosa farà, qualcosa ci dobbiamo aspettare.

3.  L’Italia non ha bisogno di una campagna elettorale ora. Un governo istituzionale guidato da una personalità gradita e nota affidabile internazionalmente, potrebbe costituire non solo lo strumento di un risanamento più incisivo (le manovre contenute nel maxiemendamento non sono sufficienti per l’Europa, già lo si sa) accettato da tutti, ma anche un periodo di decantazione, di ricomposizione della lotta politica da rissa a dialogo e dibattito.

4.  Impedire che il PDL (insieme alla Lega) appoggi un governo siffatto sarà il primo contributo di Berlusconi all’ulteriore degrado. Precipitare nella campagna elettorale premia i suoi mezzi e i suoi miliardi, il suo monopolio televisivo (non  dimentichiamoci che la campagna avverrebbe con il suo governo in carica per l’ordinaria amministrazione – sciagura!) . Gli permetterebbe di rispolverare la paura dell’inettitudine dei suoi avversari per riattirare voti. Non dimentichiamoci che ha ancora un buon serbatoio elettorale (un quarto degli italiani). E che i suoi avversari sono vulnerabili e divisi e divisibili.

5. E’ una prospettiva, quella delle elezioni subito che ridarebbe il pallino a lui, attuale perdente. Falso obiettivo democratico. Non esiste ancora, nella nostra Costituzione il principio per cui chi vince le elezioni governa per sempre nei cinque anni di legislatura. I governi si fiduciano e sfiduciano in parlamento e se si forma una nuova maggioranza parlamentare questa è legittimata a governare. D’altronde la compagine che ha vinto le elezioni nel 2008 non è quella che oggi si compatta attorno a Berlusconi. Ne manca un bel pezzo. 

6.  Insomma: crisi finanziaria, debolezza dell’Italia, bisogno di riforme che richiederanno sacrifici per salvarsi, decantazione politica, bisogno di coesione nazionale, tutto chiama a un governo di salvezza nazionale,  non puramente tecnico, ma di forte condivisione politica su alcuni obiettivi essenziali: patrimoniale, revisione della Previdenza, tagli ai costi della politica, risanamento della PA, privatizzazioni necessarie, dismissione del patrimonio immobiliare inutile e fermo (non dei beni culturali), accordo internazionale per tassare i patrimoni in Svizzera (come ha fatto la Germania in poche settimane).

7. Forse ho dimenticato qualcosa, ma questo programma lo può realizzare solo un governo di coesione nazionale. E speriamo solo che le parti non insorgano a difendere interessi indifendibili (come le lobbies) e accettino la modernizzazione del sistema. In particolare la riforma della Previdenza richiede l’abolizione dell’anzianità (per gradi ma ci si deve arrivare). Non sarà una tragedia lavorare due/tre anni in più pensando al beneficio che risorse economiche liberate potrebbero dare alle generazioni dei figli o dei nipoti. Purché paghino anche coloro che non hanno mai pagato e paghino tanto.

Amoproust aspetta quindi a brindare al momento reale delle dimissioni del Berlusca. E alla ferma decisione del Presidente della Repubblica che sappiamo intenzionato a dar vita al Governissimo. Che se poi ulteriori giochini di questa maggioranza perdente ci dovessero portare a elezioni anticipate, allora sì, dobbiamo impegnarci per fargli vedere  i sorci verdi.

Non ne possiamo più di rinviare il brindisi, caro Silvio.

Amoproust,  9 novembre 2011.

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