venerdì 11 novembre 2011


CONTINUAMO A NON BRINDARE

La mossa del Presidente Napolitano è stata geniale ed è indice di esperienza e fiuto politico eccezionale. Il Presidente non può decidere nulla dal punto di vista delle opzioni politiche, ma può ampiamente condizionare, persuadere, orientare. La nomina di Monti a Senatore della Repubblica è una chiara indicazione alle forze politiche perché guardino in quella direzione. E, se non lo faranno, si renderanno responsabili delle gravi conseguenze.

Ci si aspetterebbe, i cittadini tutti si aspetterebbero (a parte i soliti sfasciatutto e fanatici ideologizzati)  un unanime consenso e adesione al Progetto Monti (chiamiamolo così). Invece, purtroppo, troppe voci dissonanti, troppi distinguo ancora una volta, troppi cinismi e troppi arrivismi. C’è chi ancora guarda alla sua carriera personale, vuol continuare  a fare il ministro (a che titolo non si sa), grida al complotto. Non a caso sono proprio i più fanatici difensori del berlusconismo  d’attacco a dire di no: i Brunetta, i Sacconi, i La Russa. Che meriti abbiano accumulato per invocare la continuità della loro poltrona, forse lo sanno solo loro. A Amoproust sembra che abbiano solo sproloquiato nei talk show, inneggiando alle loro riforme mai fatte.

E dall’altra parte si assiste al no di Di Pietro. (lasciamo stare la Lega dalla quale non ci potevamo certo aspettare un sussulto di responsabilità verso una patria che non riconoscono, pur avendo fatto parte di un Governo. Meglio che stiano da un parte isolati e  moriranno anche loro, di consunzione).

Non meravigliamoci. Il Tonino nazionale deve continuare a distinguersi per populismo e demagogia. Grida che Monti farà macelleria sociale e che non può appoggiare qualcosa che ha rifiutato da parte di Berlusconi. Tutto un futuribile, bisogna  indovinare a che si riferisce Tonino. A una stretta sulla Previdenza? Non è certo macelleria sociale andare a riformare qualcosa che interessa persone sane, con una prospettiva di vita ancora lunga, chiedendo di lavorare qualche anno in più fino a raggiungere la famosa quota 100, che non è nulla di tragico. 100 come 35 + 65 (35 di contributi + 65 di età), che , non voglio essere profeta, diventeranno presto (io sarò morto) 40 +65 (il che vuol dire 70 + 35 e così via). Che tutti debbano lavorare 40 anni in un contesto dove la vita media sfiorerà i 90, non è poi così tragico. Parliamo di persone sane e di lavori non gravemente usuranti o pericolosi. Ma Di Pietro, e dall’altra parte la Lega devono far chiasso e gridare.

Monti – voglio essere ancora una volta profeta – varerà certo una riforma fiscale con una patrimoniale (non è dato sapere di quale intensità). Mi auguro che preveda anche una sforbiciata alla prima aliquota, in modo da alleggerire i redditi da lavoro dipendente e da pensione, liberando risorse per i consumi. Monti è un economista e queste cose le dovrebbe sapere a memoria. Senza imbrigliamenti e veti incrociati dovrebbe farcela. Ma è lecito domandarsi quanti del PDL, che ha fatto, in epoca berlusconiana, una vera  e propria ostruzione alla patrimoniale, accetteranno di votare in Parlamento una simile riforma? Amoproust, per quanto possa avere importanza il suo parere, invita Monti ad andare avanti senza guardare in faccia nessuno: è un’opportunità unica questa, di un governo così,  per riequilibrare i pesi, gli oneri sulle spalle dei cittadini. Sinceramente Amoproust non piange se un grande proprietario immobiliare paga un po’ di tasse, capisce il suo malcontento, ma anche lo invita a considerare che la sua vita non cambia. Mentre cambia eccome, la vita di chi ha poco e quel poco se lo vede togliere o tagliare.

E il cittadino comune sarà indenne da ulteriori pesi? Io direi proprio di no. Ci sarà un periodo di austerità per il risanamento che toccherà un po’ tutti. Aumenterà ulteriormente il carburante, costeranno di più i “piaceri” e, non ci sarebbe nulla di male, anche gli spostamenti e molte altre cose. Forse dovremo ripagare l’ICI anche sulla prima casa, ICI tolta da Berlusconi per vincere le elezioni del 2008, provvedimento che ha messo in ginocchio i comuni. Se lo si farà bisognerà pensare  a un provvedimento che salvi le fasce deboli. Perché p.e. non pensare  a un’imposta che colpisce oltre i 50/60 mq  di proprietà casa, 60 mq ritenuti spazio vitale, essenziale. Per ogni persona, superando le vetuste ingiuste misure erariali?

Vedo che sto dando consigli, cose lungamente pensate nel lungo sonno berlusconiano. Ma è inutile dare consigli al manovratore, lasciamolo impegnato nel suo sforzo in un itinerario duro e difficile, non distraiamolo inutilmente. E’ un uomo saggio con alle spalle un altro uomo saggio.  Meglio di così non potremmo essere messi.

Se poi, disgraziatamente, vinceranno le forze del disfattismo e dell’egoismo partitico e individuale e si andrà disgraziatamente a votare nel subbuglio totale dei mercati, sappiano costoro, a destra e a sinistra, che avranno sulle spalle una grave responsabilità. E, nel futuro, per ragionare secondo i loro parametri, i cittadini se lo ricorderanno.

Amoproust,  11 novembre 2011.

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