venerdì 21 agosto 2015

Khaled Asaad



Khaled Asaad

Era un archeologo. Uno studioso per quarant’anni responsabile delle antichità in Palmira. Quando sono arrivati i fanatici tagliagole dell’Isis non ha voluto abbandonare il campo, ma ha fatto di tutto per salvare il salvabile. I macellai (che altro non sono) iconoclasti di ogni forma di vita e di arte volevano sapere il luogo dove Khaled aveva nascosto i suoi tesori. Come un eroe della Resistenza o come un martire cristiano del primo secolo non ha parlato. Probabilmente torturato, imprigionato come un delinquente, Asaad è stato condannato a morte e decapitato.

Sui siti jihadisti sono apparse immagini truculente della decapitazione, la testa depositata ai piedi del cadavere con gli occhiali infilati ancora sul naso,  con cartelli infamanti relativi alla sua collaborazione, “direttore del museo degli idoli”.

I media occidentali non hanno voluto far vedere queste immagini. Errore. Io l’avrei fatto per denunciare al mondo intero quella che sta  diventando la vera barbarie del secolo, più infame delle persecuzioni naziste (se possibile) più truculenta delle fosse comuni degli inferni dei Balcani.

L’Isis è una realtà che gli storici studieranno e cercheranno di comprendere, se li fermeremo. Ora è tempo di uscire dalla paralisi internazionale, dai giochi diplomatici e dai veti incrociati per dire “basta” e intervenire.

Sono e sarò sempre un pacifista, detesto le armi, so che con le guerre non si risolvono i problemi. Ma un cancro è un cancro e va estirpato. Contro la barbarie nazista a un certo punto si è deciso di sbarcare e di attaccare.

Non so cosa si possa fare oggi con l’Isis ma certamente agire come se fosse un destino tenerli in vita e permettere loro di distruggere popoli e civiltà, non ha senso. Asaad ha dato la vita per l’arte, speriamo non inutilmente. Migliaia di persone sono morte e centinaia di migliaia stano fuggendo e investendo come profughi mezzo continente. Per le responsabilità dell’Isis. Ora questi barbari neri, privi di una qualsiasi cultura di umanità, privi di quel fattore minimo di modernità che fa considerare una diversità come possibile e con diritto di vita, vanno eliminati, cancellati, sconfitti.
Come?

Certamente ci sono modalità possibili, strategie internazionali che si possono mettere in atto. La misura è colma e occorre impedire ormai solo il peggio. Bisogna solo essere uniti, capire il pericolo, uscire dalla logica dei piccoli giochi d'interesse.

La politica dell’attendismo significa solo creare altre atrocità e vittime.

L’umanità sana, quella ragionevole  e non fanatica che vuole convivenza e tolleranza, che mette al bando la tortura e la morte,  democratica e segnata dai valori irrinunciabili della pace, sbarchi ancora una volta, come sulle spiagge di Normandia.

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Mentre scrivevo questo post mi è arrivata notizia dello show scandaloso inscenato a Roma per il funerale del boss Casamonica.

Una manifestazione del genere, aperta e con l’adesione di centinaia di persone affiliate (chiaramente plaudenti e partecipi) è una sfida allo Stato, alla democrazia e ai cittadini onesti.

Si è dimostrata in pieno la debolezza dei poteri costituiti, della prefettura, della questura, del Ministero dell’interno che ha sede lì  a Roma, della chiesa stessa che si è giustificata dicendo: “Non esiste norma, nel diritto canonico, per impedire quello che è successo”.  Ma, signori miei, esiste la coscienza. Quella che ha guidato l’azione di preti intrepidi che opponendosi alla mafia, hanno pagato anche con la vita.

A Roma ieri ha vinto la paura, l’ignavia, la “fifa”, l’omertà, la disonestà.

Le telecamere hanno ripreso tutto. Se vuole la questura può interrogare tutti quelli che hanno partecipato, reggendo la bara, suonando l’orchestra, plaudendo e … pilotando l’elicottero spargi fiori. Che pur una base l’avrà avuta, un piano di volo anche.

Un’occasione unica per torchiare (nel senso di interrogare allo sfinimento) migliaia di persone, raccogliere informazioni  e scoperchiare quel mondo mafioso che ubbidiva al “re di Roma”.

Perché nessuno di quelli lì, ripresi può dire: “io non c’entro, ero di passaggio, ero lì per caso, passavo..."


Amoproust, 21 agosto 2015

sabato 15 agosto 2015

Il pachiderma statale



De burocrazia
Letteralmente dal francesce “bureau”  e dal greco “cratìe” 1750 v.de Gournay

Ho esitato a lungo prima di scrivere questo pezzo. Infine alcuni eventi recenti mi hanno convinto.

La tesi di fondo è: Ammazziamo la burocrazia e lo Stato risorgerà. Starà sicuramente meglio. Staremo tutti meglio. Insomma è una malattia mortale dello Stato, endemica  e pericolosa.



Le ragioni sono diverse: la burocrazia anzitutto crea una barriera tra lo Stato, i suoi organi e i cittadini. Una barriera fatta di pratiche, uffici, rinvii, numeri di protocollo, bolli. Esattamente l’effetto opposto alla sua ragion d’essere, l’intermediazione con i cittadini. Gli uffici si autoalimentano, si moltiplicano per partenogenesi, crescono come la gramigna in un bel prato verde. Ecco: la gramigna, erba inutile e infestante. Questa è l’immagine della burocrazia.

La burocrazia è un costo immane e, in gran parte, inutile. Passa e trascrive carte, le ammucchia e, da quando c’è l’informatica, il tutto è peggiorato. Almeno prima avevi a che fare con un primo essere umano della catena, ora non più. C’è solo un indirizzo tra te e gli “uffici”. Questi rispondono sempre (quando lo fanno) con un messaggio no reply, per cui sei fermo, bloccato, non sai più come andare avanti. Aspetti.



La burocrazia invece non aspetta: detta termini secchi, inderogabili: “la Signoria Vostra è pregata, entro trenta giorni, a presentarsi ecc. ecc oppure a pagare tramite ecc.ecc.” Il cittadino è sempre “Signoria Vostra” non “Francesco Franceschi” o “Donato Donati”. Eppure la burocrazia di te sa tutto o pretende di sapere tutto.



La burocrazia crea la babele delle lingue. Siete mai riusciti  a leggere e a capire una legge? Se non siete superlaureati in giurisprudenza e non possedete l’universo mondo cartaceo delle leggi e delle sentenze passate, dalla nascita del Regno in poi, scordatevelo. La legge, anche se vi tocca da vicino, riguarda proprio voi, è inavvicinabile, parla arabo (magari!).



Innanzitutto rimanda. I rimandi o rinvii sono la regola delle leggi. “come previsto dalla legge n. tal del tali e come previsto dal decreto n. modificato dalla legge n. in data… decreto poi tramutato in legge n. e così via…vista la legge n. 000 del maggio 19.., modificata in legge 000,del luglio 20… tenuto conto delle sentenze 43.. e 65… della Corte…


Prima che il primo articolo appaia prevedete almeno 20 rimandi, non conoscendo i quali, rischiate di fraintendere la legge, interpretarla male, incorrere in errore. Meglio attendere che qualche giornalista ve la spieghi il giorno dopo sul quotidiano, il che è un rischio perché anche il giornalista è un uomo e spesso sbaglia, interpreta male, incorre in errori. E allora, affidatevi al buon Dio, sperate nel buon senso (che la burocrazia non possiede minimamente) e attendetevi la multa. Perché il minimo errore viene sanzionato: non è permesso al cittadino sbagliare. L’ignoranza della legge non è ammessa anche se i primi a non conoscerla sono i legislatori. Ci sono avvocati e commercialisti che, però, guarda caso, costano un casino. Per proteggersi il cittadino deve pagare e spesso due volte. Grazie alla burocrazia.



Le leggi, firmate dal Ministro e dal Presidente della Repubblica non le scrivono i parlamentari (il cosiddetto potere legislativo) ma gli scribacchini funzionari dei Ministeri che loro sì, conoscono gli anfratti della legislazione e del diritto, Mentre infatti i Ministri cambiano (e in Italia succede spesso) questi scaldapoltrone sono inamovibili, guadagnano fior di stipendi e di loro apparentemente non si può fare  a meno. Sono anonimi – nessuno sa i loro nomi, tranne gli addetti ai lavori – sanno come si scrivono le leggi usando il linguaggio della burocrazia – sanno come si rendono le cose chiare oscure e i concetti semplici complicati. Proprio quello che ci vuole. Soprattutto per rafforzare il loro ruolo e renderlo indispensabile e oneroso (stipendi). E poi per aiutare il legislatore ad avere vie d’uscita. La legge chiara non può essere disapplicata. La legge garbuglio sì, ha spazi ampi di interpretazione e vie di fuga.



L’impiegato allo sportello dove finalmente approdi (ne hai visti almeno dieci diversi e tutti ti hanno detto di andare altrove) sorride. E’ gentile ma ti spiega come qualmente, ai sensi dell’art. 3 della nuova legge ecc.ecc. non hai diritto al rimborso nel quale speravi, perché ti senti ingiustamente perseguitato. Obietti, ma non c’è nulla da fare…”Se vuole può rivolgersi all’ufficio contenzioso, lo sportello 17 (guarda caso!).” La fila è chilometrica. Rinunci. Duecento euro in meno non ti rendono più povero, ma un  cittadino di serie B sì.



Ogni nuovo governo promette semplificazione e trasparenza. Calderoli, quand’era ministro proprio della semplificazione, fece un bel rogo non si sa di che. Probabilmente di vecchie carte d’archivio che giacevano in  cantina. Fece la figura del buffone, ma la fa di più ancora adesso promettendo di sommergere il Parlamento di emendamenti (credo sulla legge per il Senato). Ogni parlamentare ha diritto ad avere una sua copia di ogni emendamento, quindi immaginatevi lo spreco di carta e il lavoro di fotocopiatrici (paghiamo noi). Non basterebbe che si andassero a leggere gli emendamenti on line?



Credo che ogni cittadino di questa ridente penisola infelice potrebbe raccontare almeno un episodio di ordinaria persecuzione burocratica.



Io, per chiudere in bellezza riferisco solo una comunicazione ricevuta da mia moglie, titolare di un impianto fotovoltaico, ahimè aperto nel 2011. Ahimè perché grane molte, guadagni pochi, a buon avviso di chi intendesse accingersi all’impresa.


Da: sspnoreplay@gse.it [mailto:sspnoreplay@gse.it]
Inviato: martedì 28 luglio 2015 16:11
A: lucchinimario@alice.it
Oggetto: Informativa relativa alla Delibera 578/2013/R/eel e s.m.i. "Regolazione dei Servizi di Connessione, Misura, Trasmissione, Distribuzione, Dispacciamento e vendita nel caso di Sistemi Semplici di Produzione e Consumo" - Comunicazione di Qualifica


Gentile Produttore,
La informiamo che con l'entrata in vigore delle disposizioni contenute nella Delibera  578/2013/R/eel e s.m.i. "Regolazione dei Servizi di Connessione, Misura, Trasmissione, Distribuzione, Dispacciamento e vendita nel caso di Sistemi Semplici di Produzione e Consumo", il GSE ha proceduto autonomamente a qualificare i sistemi efficienti di utenza esistenti (ASSPC) che hanno usufruito nell'anno 2014 del Servizio di Scambio sul Posto, secondo quanto definito ai paragrafi 3.1.1, 3.1.2, e 3.1.3 delle "Regole Applicative per la presentazione della richiesta e il conseguimento della qualifica di SEU e SEESEU per Sistemi entrati in esercizio entro il 31/12/2014" pubblicate sul sito del GSE.
Si rappresenta che il conseguimento della qualifica comporta condizioni tariffarie agevolate sull'energia elettrica autoconsumata (ovvero prodotta e consumata all'interno del Sistema).

A tal fine, con la presente, il GSE  Le comunica i seguenti codici identificativi relativi alla qualifica in oggetto per l'anno 2014:
Ragione Sociale: DONATELLA CATERINA CACCIAPUOTI
CF: CCCDTL39T62F205A
PI: 

Codice ASSPC: SSPC_E269222A
Codice controllo: WHXG95
Qualifica riconosciuta: SEESEU-B
Convenzione SSP: SSP00295664

Codice Censimp: IM_0439411
Codice POD: IT001E06987353
Potenza Impianto (kW): 6


Si rammenta che, per gli anni successivi al 2014, ai sensi della Delibera 578/2013/R/eel e s.m.i., qualora il sistema continui a usufruire del Servizio di Scambio sul Posto, il GSE qualifica automaticamente tale configurazione come SSP -A o SSP -B.

In caso di inesattezze nei dati sopra riportati, Le chiediamo di informare il GSE tramite Contact Center chiamando il numero Verde 800.16.16.16 (da telefoni fissi) oppure 199.20.60.20 (da telefoni cellulari) o scrivendo una mail a scambiosulposto@cc.gse.it.
Distinti saluti
GSE
Divisione Operativa



Bello eh? Istruttivo.
Ho scritto all’indirizzo segnato. Ho ricevuto un numero di ticket

Da: contactcenter@cc.gse.it [mailto:contactcenter@cc.gse.it]
Inviato: venerdì 14 agosto 2015 18:53
A: lucchinimario@alice.it
Oggetto: Il ticket #cc:6000856# è stato preso in carico



Gentile Cliente, le confermiamo che la sua richiesta è stata presa in carico e che sarà nostra cura fornirle un riscontro in merito. Le segnaliamo che questo messaggio è stato inviato da una casella NoReply, non presidiata, pertanto la invitiamo a non usarla per eventuali comunicazioni.
Distinti saluti





Faccio una proposta che spero ottenga consenso:

Aboliamo tout court la burocrazia. Facciamo tabula rasa. Licenziamo tutti dal primo dirigente all’ultimo impiegato. Non succede nulla. La macchina cammina da sé. Poi a poco a poco si ricostruiscano gli uffici con l’unico criterio dell’utile e del funzionale. Ripeschiamo pure i dirigenti e gli impiegati corretti e capaci. Si metta qualcuno con la testa sulle spalle a dirigere l’operazione, uno come Fabrizio Barca p.e., a impiantare la nuova macchina dello Stato. Mi scusi Barca se lo cito ma lo ritengo uno dei pochi che conosco in grado di condurre l’operazione.

Restaurarla è impossibile. Ricostruirla con criteri innovativi sì, mafie permettendo (e quando dico mafie non mi riferisco a quelle classiche siciliane, calabresi ecc. ma alle mafie politico parlamentari).

Amoproust giorno di ferragosto 2015