VACANZE
Sto partendo per una breve
vacanza estiva e mi sento in colpa. L’informazione è tale, oggi, che ti fa
sentire in colpa qualsiasi cosa tu faccia. Dicono i giornali che il 30% degli
italiani quest’anno si fa le ferie a km.0.
Perché non c’è grana. Perché la crisi morde e anche perché è un po’ di
moda. E tu, che le vacanze le vuoi fare, sei subito sbattuto nella categoria
dei ricchi o di coloro che se ne fregano del destino comune. Io penso, al
contrario, che ho lavorato 50 anni, che ho una pensione costruita a fatica e strameritata
e che ho diritto a farmele, le vacanze.
E subito qualcuno dai giornali mi dice che le pensioni rubano il lavoro ai
giovani e che quello degli anziani è un peso intollerabile sulla società e che,
forse, bisognerà tagliare il welfare, riducendo p.e. le cure aggiornate per i
tumori, che costano un casino. Insomma,
tentano di gasarci. E poi io penso che si dice sempre che la contrazione dei
consumi danneggia l’economia e così, mi dico: faccio un po’ di consumo e tiro
su le sorti. Due biglietti aerei, un noleggio d’auto, qualche ristorante e
hotel. E un’altra voce dice che sono un consumista scostumato e che bisogna
vivere austeramente. Insomma, decidetevi, economisti, giornalisti e
opinionisti.
L’altro giorno al supermercato,
alla cassa, quando la cassiera mi ha comunicato la somma finale della mia
spesa, mi è scappato di dire: “Anche sta settimana mi è riuscito di spendere
quasi 200 euro”. “Per forza – ribatte la ragazza – con quello che compra lei
certo che spende molto”. “Cosa intende dire?” “Io capisco dai carrelli chi
compra. Lei può e compra cose di qualità. Chi deve risparmiare compra prodotti
di primo prezzo e in offerta.” Eccomi di nuovo sbattuto nella categoria dei possidenti,
abbienti e spendaccioni. Dalla cassiera del super, per un carrello della spesa.
Solo perché cerco la qualità. Volevo ribattere che non vado in discoteca,
non compro gadget elettronici come probabilmente
fa lei, ma a che sarebbe servito?
Anche il Berlusca non va in
vacanza. Se ne sta ad Arcore in villa (poverino!) a progettare la nuova discesa
in campo. Avrei preferito che se ne andasse in vacanza, magari alle Bermuda,
dove mantiene due ville (i costi ci sono e come!). Di nuovo il cavaliere vuol rompere le scatole
al paese. Con un suo progetto liberale e anticomunista. Nuovo. Dice la Santanché,
appunto, che lui rappresenta il nuovo. A settantasei anni e dopo quasi venti di
politica. Patetico. E lei copre il ruolo della disinvolta ninfa Egeria, un po’
troppo fané per il ruolo (leggi: fica lessa). Chissà cosa vogliono combinare o
scombinare. C’è solo da sperare che, stavolta, gli italiani abbiano orecchie
chiuse alle sirene dei maliardi imbonitori, Grillo compreso.
E il mio partito fa pena. Litiga
per i diritti ai gay, alle coppie gay. A qualcuno non basta che si affermi
solennemente che alle coppie gay spettano i medesimi diritti che sono riconosciuti
alle coppie eterosessuali, fra poco bisognerà riconoscere la superiorità dell’omo
rispetto all’etero. E allora facciamo una sana proposta paradossale e
provocatoria: aboliamo il matrimonio, qualsiasi genere di matrimonio, riconosciamo
che chiunque voglia convivere, uomo, donna, fratelli, genitori e figli, in due,
in tre, in cinque, si presenti davanti al pubblico ufficiale e dichiari: “siamo
una famiglia” e questo sia sufficiente per dare al nucleo tutti i diritti conseguenti. Anche i doveri, però, come il pagamento
degli alimenti e la cura dei minori, comunque acquisiti. Parità assoluta e buona
notte. Fa pena questo partito progressista perché non lo sa essere fino in fondo e perché si perde in una goccia d’acqua
di fronte a colossali problemi, ai nuvoloni che incombono sul futuro delle nuove
generazioni. Speriamo che rinsavisca
presto.
Monti si muove con difficoltà.
Anche lui perde qualche colpo. Lo spread non ne vuole sapere di calare un poco.
Anzi sale, sembra quasi per fargli dispetto. E anche Monti è in cerca di un colpevole.
E l’altro giorno l’ha trovato nella concertazione che ha causato questi guai
attuali. Sorprendente: non l’evasione fiscale ai massimi livelli, non la
corruzione dilagante, non i costi esagerati della politica (vedi - all’ordine
del giorno - la regione Sicilia e i suoi sprechi), non il clientelismo politico
che ha gonfiato i ministeri e gli enti statali e parastatali di assunti inutili,
ma la concertazione. Ossia il dialogo con le parti sociali e decisioni prese
dopo aver “concertato”. Sorprendente. Marione, attento ai colpi di sole.
Nel caos e nella confusione
generale non sappiamo ancora come andremo
a votare, con quale legge, la primavera prossima. Intanto tutti in
vacanza camere comprese. Chissà perché non costringiamo questi nullafacenti a
starsene in agosto a Roma e a decidersi a fare qualcosa di sensato. Intanto i soldi per un tuffo in piscina li
hanno, no? Vacanze a km. 0 anche per loro. E le Olimpiadi alla TV. Schifani e
Fini, pensateci. Tutti consegnati.
Vado in vacanze in Sicilia. Spero
che i miei consumi servano all’economia nazionale, a tirare un po’ su le sorti
dell’italico stellone. O devo temere di
contribuire all’economia mafiosa? No, non ditelo, perché prendo su e me ne vado
in Grecia. Almeno quel popolo un po’ di dignità ha dimostrato di averla.
Buone vacanze a tutti!
Amoproust, 17 luglio 2012