sabato 1 ottobre 2011

GRANDI IMPRESE


Amoproust è un po’ frastornato, tante sono le notizie e gli avvenimenti meritevoli di un commento più o meno benevolo o critico o perfido (per lo più).

Lavitola è apparso in TV a “la 7”. Faccia da bravo ragazzo, sarà stata questa la sua fortuna. A me è sembrato un gran furbacchione, del genere faccendiere di Stato. Quegli individui che sanno annidarsi nelle pieghe del potere per approfittarne più che possono. Bravi non c’è che dire a fare il loro mestiere di ruffiani. Ma non impressiona o fa scandalo uno come Lavitola. Fa scandalo che il Presidente del Consiglio intrattenga rapporti più che amicali con gente del genere, si faccia consigliare da loro e, alla fine, ricattare. La mia spiegazione è semplice: ognuno tratta con i suoi pari – similia similibus curentur – pares cum paribus maxime congregantur - furbacchione Lavitola, furbo di tre cotte Berlusconi, solo che, se si è Presidenti del Consiglio, la furbizia diventa mestamente delinquenza.

Ma oggi voglio parlare fuori dai denti di due grandi opere, celebrate universalmente e di cui sembra impossibile parlare male senza passare per abietti retrogradi e nemici del progresso. O terroristi. Le due grandi opere sono la TAV Torino Lione e il Ponte sullo Stretto di Messina (di cui si è celebrato il progetto definitivo, ennesima bufala perché definitivo non è). Ebbene Amoproust non è antiprogresso – quando la scienza e la tecnica creano innovazioni per il bene dell’umanità – ma è assolutamente contrario alle opere inutili, faraoniche,  antieconomiche, sprecone, pericolose. Ed è questo il caso della TAV e del Ponte.
La TAV ha l’unico scopo di facilitare il transito delle merci da ovest a est e viceversa. Il corridoio europeo. Le persone hanno l’aereo e non si vede perché - a parte chi soffre di aerofobia – per andare da Parigi a Kiev uno debba prendere il treno. Quindi le merci. Orbene che bisogno hanno le merci di viaggiare a 300 km l’ora, scavando 57 km di tunnel alla base delle Alpi? E’ stato calcolato che – ristrutturando la vecchia linea della val di Susa - il ritardo sulla superlinea TAV sarebbe stato di un’ora! Capite: un’ora! Ora noi spendiamo qualche miliardo dell’Europa, impegniamo squadre di tecnici e macchinari super potenti per forare la montagna, offendiamo un’intera popolazione fuori di sé dalla rabbia,  per risparmiare un’ora.!! Poi magari quell’ora la spendiamo in  chiacchere inutili come succede a tutti i politici europei. Ditemi se questa è intelligenza.  E’ solo ignoranza.
Il Ponte è ancora peggio: opera faraonica destinata a non ripagarsi, che fa scempio del paesaggio dello Stretto, costringe gente a spostarsi da luoghi bellissimi e amati, unisce il nulla con il nulla: la Salerno Reggio mai finita con le autostrade siciliane (altra opera faraonica a rischio mafia – andate a vedere che tracciato e che viadotti! Necessari? Bah!) per lo più deserte. Il Ponte non serve le due sponde perché i collegamenti tra Villa San Giovanni e Messina saranno assicurati dai soliti traghetti. Infatti il Ponte dirotta il traffico fuori dalla città com’è per altro corretto da un punto di vista urbanistico. Opera pericolosa in un territorio a altissimo rischio sismico e non c’è studio che riesca a dimostrare la tenuta del Ponte di fronte a un evento come il maremoto/terremoto del 1908. Opera che avrà senso solo per alcuni mesi l’anno per il turismo. E non si ripagherà mai  a meno di pedaggi tanto catastrofici da far evitare il ponte a tutti gli automobilisti normali, con portafogli normali (leggi il caso del tunnel sotto la Manica in perenne deficit): lo dicono gli studi sul traffico attuale  e potenziale. E allora perché si fa? Per megalomania, smania di grandiosità, amore delle imprese “straordinarie”. Ma basta che cada il Governo perché questo Ponte entri di nuovo in crisi, rendendo inutili centinaia di miliardi di spese di progettazione. Dov’è il buon senso?
Amoproust – con questo – è perfettamente d’accordo e in linea con  illustri ingegneri e accademici dei Politecnici italiani. Vedi il Prof. Ponti del Politecnico di Milano, che se gli parlate della TAV o del Ponte vede rosso.
Se poi mi si dice che le grandi opere servono per rilanciare l’economia e dare lavoro, la risposta è pronta. In Italia esistono centinaia di occasioni per impiegare lavoro: il risanamento del territorio, il dissesto idrogeologico, la ristrutturazione delle scuole e degli ospedali, che cadono a pezzi, la ricostruzione dell’Aquila, la salvaguardia delle opere d’arte. Non basta?
So già che anche qualche amico dirà che Amoproust è retrogrado e antiprogresso. Beh, ho modo di vantarmene, n’est-ce pas?

Amoproust, 2 ottobre 2011

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