lunedì 24 ottobre 2011

CADORNA


CADORNA E ALTRE AMENITA’

Alcuni lettori (sporadici) dei miei blog mi hanno detto che Amoproust è mono tematico. Se la prende sempre e solo con il Berlusca, il nano nazionale. E il Berlusca di qui e il Berlusca di là, via il Berlusca, morte (politica) al Berlusca.

Sarà anche vero, ma dopo i risolini europei c’è poco da scherzare. Lor signori della dolce Francia e della teutonica Germania sono stati un po’ indelicati, fors’anche gaglioffi, ma in fondo come si fa a tollerare il personaggio?

Ma, per dar credito ai lettori, ho deciso che oggi parlerò d’altro. Ho trovato sul giornale un trafiletto. Un  ameno signore della sinistra milanese, tal Luca Gibellini, consigliere comunale Sel, ha proposto di cambiare nome alla stazione e alla piazza che tutti conoscono come piazzale Cadorna. Perché? Perché il generale si è reso colpevole dei massacro dei nostri soldati nella prima guerra mondiale, mandandoli allo sbaraglio contro le linee nemiche. Fatto storico incontrovertibile, c’è su tutti i libri ed è narrato in capolavori come “Addio alle armi” di Hemingway.
Cosa stupisce della notizia? Che – in questi tempi amari di crisi e di violenza (Gheddafi e la piazza di Roma insegnano) - un esponente della maggioranza che ha eletto il buon Pisapia non abbia nient’altro da pensare che alla toponomastica della città e s’attacchi a fatti di quasi cento anni fa. Tempi diversi, ne abbiamo conosciuto ancora di più amari, mascalzoni ai vertici ne abbiamo avuti tanti, così come potenti molto poco attenti alla vita della gente. 
Ma se qualcuno ha dato questo nome alla piazza e alla stazione è perché pensava a lui, a torto o a ragione, come a un esponente di rilievo della storia italiana, nel bene e nel male.  Se seguissimo il criterio moralistico del signor Gibellini, quanti nomi di vie, piazze e stazioni dovremmo cambiare? A cominciare da Foro Bonaparte, che il grande Napoleone di soldati al massacro ne ha mandati milioni. Erano francesi, ma pur sempre figli di mamma, e mi pare che i cugini d’oltralpe abbiano, nonostante tutto, una certa reverenza per l’Imperatore. E Giulio Cesare che non era uno stinco di santo. E via dicendo. Dopo ciò che si è saputo sui Kennedy, non è il caso di togliere questo nome dallo stradario della città? E cosa dovrebbero fare i romani con quella sfilza di papi ignobili che si ritrovano nelle loro vie? Pio IX ha mandato a morte non pochi patrioti romani, la Chiesa lo ha fatto beato. Ci stracciamo le vesti?

Sapete qual è il mio timore? Che, domani, in un' ipotetica alleanza allargata di centro sinistra al Governo nazionale, dopo le elezioni e le promesse di unità e di impegno per le riforme, spuntino fuori tante di queste belle teste di sinistra con proposte stravaganti e assai poco digeribili agli alleati moderati. Che, se alleati, dovranno avere rispetto. Chi ha orecchi da intendere intenda.

Le anime belle della sinistra dovrebbero imparare anche a convivere con le contraddizioni della storia e della politica. E  a ingoiare qualche rospo, se vogliono governare e non rimanere solo puliti come angioletti.

Non ho parlato di Berlusconi. Contenti?

Amoproust, 24 ottobre 2011

Nessun commento:

Posta un commento