giovedì 3 novembre 2016

Le elezioni americane

Trump e Hillary

Noi siamo turbati e quasi paralizzati dal disastro immane che ha colpito il nostro già povero Paese e ciò ci rende distratti nei confronti di altri eventi di portata universale.

Le elezioni presidenziali in America. Trump in forte ripresa: un uomo che molti definiscono “pericoloso”, rappresentante di quella razza bianca americana così viva e forte negli Stati rurali e poco “intellettuali” degli USA. Senso di predominio, paura del diverso, uso della forza anche delle armi, negazione della democrazia come dialogo, steccati, disprezzo della cultura, supremazia sulla donna: queste le caratteristiche di Trump e del suo popolo. Assai poco rassicuranti per il mondo, se dovesse vincere.  La pace che già non c’è in pericolo come non mai. 

La controparte Hillary non è poi il meglio che l’America democratica potesse esprimere e non stiamo a dilungarci sul perché. Tra i due è il candidato più rassicurante e ci auguriamo che vinca. Ma non è finita.

Il sistema americano, in più parti perverso, oltre a consentire di arrivare alla corsa per la Presidenza solo a chi possiede mezzi enormi (ed è quindi di fatto una plutocrazia), permette maggioranze diverse per la Camera e il Senato per cui è possibile una Camera repubblicana e un Senato democratico oppure tutte le combinazioni possibili. E’ chiaro che una vera governabilità dello Stato e della politica estera è possibile solo con una forte coesione politica  a livello di organi decisionali. Questo non è avvenuto per Obama che avrebbe potuto realizzare molto di più del suo programma se non fosse stato ostacolato dall’opposizione della Camera.

Hillary, se eletta, corre rischi molto più alti. Non solo i repubblicani si concentreranno sull’elezione dei loro rappresentanti al Senato e alla Camera per creare appunto una situazione di conflitto e di stallo (la classica stanga tra le ruote) ma Hillary sarà perseguitata dalle accuse e dagli impedimenti. Le sarà impedito di eleggere membri della Corte suprema (il Senato può bocciare le decisioni presidenziali). Le lezioni di mid-term possono creare situazioni di paralisi. Hillary sarà resa impotente.

Questo è il risultato di un sistema perverso, pensato per avere contrappesi ma, in caso di odio fra le parti e demagogie irrazionali, destinato a creare le promesse per una totale ingovernabilità. E ciò per la potenza più grande del mondo è un dato impressionante. Putin ridacchia e il premier cinese si sfrega le mani soddisfatto.

Tenendo conto poi del dato che in America votano solo il 30% dei cittadini aventi diritto, ci possiamo chiedere che fine ha fatto o farà quella che fu chiamata la più grande democrazia del mondo.

Le democrazie sono in crisi un po’ ovunque e dilagano populismi e  regimi autoritari, anche in Europa. Il panorama è desolante. L’Italia ancora si salva (in un contesto di tensioni non indifferenti). 

Monito anche per non dimenticare che rappresentatività e governabilità sono due assi dello Stato democratico da salvaguardare attentamente per non “perdersi”.


Amoproust 3 novembre 2016

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