martedì 15 novembre 2016

e-commerce

E-commerce

L’e-commerce è un’altra di quelle formule “magiche” che definiscono la modernità tecnologica. Non vorrei sembrare reazionario ma io ho le mie perplessità. E vi spiego il perché.

Certo, è di una comodità sconcertante. Vai su Internet, esplori i siti di vendite (Amazon p.e.), trovi un prodotto che ti piace, fai pochi clic e lo comperi. Con la carta di credito o con Paypal. Non ti muovi da casa tua, in vestaglia e pantofole. Qualche giorno dopo ti arriva il plico con il prodotto. Velocissimo. Amazon prime promette in un giorno.

Ma pochi pensano a cosa c’è dietro: colossali magazzini dove giovani spesso al primo lavoro (si prende ciò che si trova) registrano gli acquisti, movimentano le merci, le impacchettano, le dirigono agli spedizionieri, le caricano e via al destinatario. Moderni operai: una vera catena di montaggio logorante, un nuovo schiavismo. Retribuzioni da fame, spesso a cottimo: chi più fa (pacchetti – movimentazioni, imbustamenti) più guadagna. Un  tanto a lavorazione. Facchinaggio, carrelli, pacchi, scaffali, ritmi insensati. Stakanov insegna.

Nessuna vera tutela, precarietà assoluta, licenziamenti facili. Una fabbrica senza sindacati.

E poi? Camion e furgoni che girano per il territorio a consegnare. Sempre in fretta, sempre senza respiro.

Internet, la rete doveva semplificare la vita e andare verso il disinquinamento del pianeta. E’ esattamente l’opposto con l’e-commerce.

Non discuto che certe categorie di persone abbiano bisogno della consegna a domicilio  e certi beni siano rintracciabili solo on-line. Ma se uno ha le gambe e la voglia di uscire di casa va  in centro, gira per i negozi, guarda le vetrine. Trova ciò che gli piace, lo acquista. Queste abitudini possono aiutare a rivitalizzare i centri cittadini, alcune volte degradati  a favore di enormi centri commerciali.

Volete aiutare la società? Alzatevi dalla sedia  e muovetevi. Limitate l’e-commerce allo stretto necessario. I giovani possono trovare lavoro come commessi e vetrinisti e commercianti. Non saranno più schiavi di un enorme magazzino.

Poi ingiuriatemi come codino e retrogrado. Ci sto.

Amoproust, 15 novembre 2016


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