2 papa 2
Forse non ho il diritto di parlare.
Forse dovrei stare zitto perché mi professo agnostico e un cristiano non
praticante. Cristiano perché vedo in Gesù di Nazareth un grande uomo che ha
dato al mondo un messaggio unico di fratellanza universale.
Ora la vicenda delle dimissioni (o si
dovrebbe dire abdicazione?) è stata oggetto di commenti plurimi. Si è parlato
di gesto epocale, drammatico, storico, rivoluzionario. Un Papa che si dimette. Siccome
il Papa è punto di riferimento di milioni di credenti e anche di non credenti,
tutto ciò merita rispetto e considerazione.
Ma qualcosa mi prude e mi ha deluso e
mi pone interrogativi. Bene: il Papa si dimette perché “non ce la fa più”,
perché è disgustato, deluso, si sente tradito. Uno che dice queste parole si
ritira a vita privata, se ne va in un lontano convento a pregare e meditare,
non fa nemmeno conoscere la sua dimora. Si seppellisce al mondo. Come un
monaco. Oppure, se meglio gradisce, si ritira in un bel posto, si gusta
l’ultimo raggio di sole della sua vita. Difendendo la sua privacy. Legittimo.
No, Papa Ratzinger non fa questo.
Rimane in Vaticano e si fa chiamare (lo ha deciso lui) Papa emerito. Cavoli!
Bel rispetto per il suo successore che dovrà convivere con il Papa precedente,
per di più emerito! Ratzinger, se aveva abbastanza umiltà, poteva aspettare
almeno che gli altri lo chiamassero così: Papa emerito. Dal vocabolario.
Emerito = insigne, famoso, che non
esercita un ufficio, ma ne conserva onorificamente o con limitate attribuzioni
il grado. Quali limitate attribuzioni? Il professore emerito può ancora
insegnare o spesso è punto di riferimento per i professori in cattedra.
Quindi, per autoelezione, Ratzinger
intende vigilare e sovrintendere il papato. Lo dice la sua permanenza in
Vaticano. Lo dice la sua autonomina.
Questo è un fatto sconvolgente e
gravido di conseguenze. Ammettiamo che i cardinali in Conclave (ispirati –
secondo la dottrina – dallo Spirito Santo) eleggano un riformatore, un cardinal
Martini p.e. (un suo emulo o clone). Ammettiamo che questo nuovo Papa apra al
mondo, al sacerdozio femminile, ai problemi del fine vita, a una rinnovata
moralità sessuale non sessuofobica (come vorrebbero molte voci nella Chiesa
militante), al divorzio, alla vera povertà nella Chiesa ecc. ecc. Che farà Papa
Ratzinger (emerito)? Alzerà il suo dito ammonitore o soffrirà in silenzio? Che farà Papa Ratzinger se il nuovo Papa
deciderà di vivere fuori dal Vaticano, in segno di rinuncia al fasto e allo
sfarzo?
Futurologia, fantastoria della
Chiesa: ma la Chiesa ha conosciuto gli Antipapi e fino a tre papi
autoproclamatisi contemporaneamente. Come si sia risolta la questione non mi
ricordo, ma certamente con la vittoria del più potente, di quello con maggior
seguito nella gerarchia (magari per questioni di interesse temporale). Guardate
nei libri di storia.
Insomma non mi lascia tanto
tranquillo questo papa emerito che come un fantasma si aggira per i corridoi e
i giardini del Vaticano, magari con un seguito di cardinali che lo visitano, lo
consultano, si confidano, tramano?
Sarebbe, in tempi moderni, la fine
della Chiesa. Un altro scisma invece dell’ecumenica fratellanza? Profezie
malvagie, dirà qualcuno. E spero sinceramente che tali siano. Perché la fine
della Chiesa moderna sarebbe lo
spegnimento di un faro nel mondo per la pace, l’unione tra i popoli, la fine
delle guerre. Guai se dovesse succedere.
Amoproust, 1 marzo 2013
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