Erri De Luca assolto
Sono assolutamente
soddisfatto. La libertà di parola e di
espressione è un pilastro della democrazia e della nostra Costituzione e va
salvaguardata.
Detto questo è lecito da parte nostra (proprio in
seguito e per rispetto del principio sovra enunciato) prendere le distanze da
quanto predicato da De Luca. Perché la sua è stata una vera e propria predicazione, non la semplice
esposizione di un’opinione.
Invitare a sabotare la TAV è
qualcosa di più, rispetto all’opinione che la TAV è una scelta sbagliata e
inopportuna. Una cavolata. Pensiero che Amoproust condivide: la TAV è un’opera
costosa e inutile, non serve a
rilanciare i trasporti via ferro e si poteva assolutamente trovare una
soluzione più economica ammodernando e adeguando ai treni “alta velocità” il
vecchio tracciato. Una galleria di più di 50 chilometri comporta rischi e misure per la sicurezza ad elevato costo e
permette di risparmiare sul tempo del percorso Torino-Lione non più di 60
minuti. Siamo così affamati di tempo da spendere miliardi per 60 minuti? Quello
stesso manager che viaggiando da Lione a Torino, quei sessanta minuti li
perderà in chiacchiere e amenità, mentre il costo per la collettività è
stratosferico. D’altro canto la linea che dovrebbe proseguire poi fino a Kiev
(chi aveva previsto la guerra russo ucraina?) si ferma a Milano. I cantieri dal capoluogo lombardo a
Venezia - Trieste e così via sono ancora
in mente Dei.
C’è da ridere per tutto questo.
Un’opera grandiosa resta tale solo perché raggiunge un primato, ma peccato che
non esistano gare al mondo tra chi sperpera di più in opere di dubbia utilità.
E allora perché ci dissociamo da De
Luca e dal movimento no TAV? Perché è lecito dire di no, urlare il proprio
disaccordo ma non è lecito sabotare (aumentando i costi) un’opera decisa da un
Parlamento sovrano e finanziata da una commissione europea. Che possono
sbagliare, e qui sinceramente hanno sbagliato, ma agiscono sulla base di un
mandato popolare.
Se il verbo di De Luca fosse valido
allora i cittadini sarebbero autorizzati a sabotare, a manomettere le centinaia
di opere pubbliche sbagliate con sperpero di denaro pubblico. Ma non è così. Manifestare il dissenso è una cosa, agire con picconi
e mazze e chiavi inglesi per manomettere un’altra.
Il popolo ha in mano un’arma sola e
potente: il dissenso politico e il voto. Usiamolo bene per mandare a casa gli idioti e i corrotti e inviare a fare
le leggi persone competenti ed oneste.
Altrimenti, se questa strada non è possibile
non ci rimane che la rivoluzione: ma, dopo i cicli perversi e anomali di tante rivoluzioni
chi si fida più? No, meglio la democrazia usata come si deve.
Amoproust, 20 ottobre 2015
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