sabato 17 ottobre 2015

Le renzicrazia



Perché stare ancora nel PD?

Impazza la corruzione e si moltiplicano gli arresti. Gentiluomini con i guanti bianchi in galera. Si sono sporcate le mani nonostante i guanti. Il soldo è il fulcro di ogni movimento, di ogni progetto, di ogni opera piccola o grande che sia. Questa malattia sembra inguaribile, endemica, quasi genetica nella nostra classe politica.

Eppure c’è un ometto, un quarantenne gagliardo e ottimista che  a questo fondo pestilenziale non pensa affatto. Non lo vede o non lo vuol vedere. L’Italia cresce, sfonda, ce la farà. Grazie alle sue riforme, sottolineiamo le “sue” perché se no si offende. Non c’è nessun altro che è in grado di riformare, cambiare verso, mettere in riga, affrontare il futuro. Lui. Tutt’al più ci possono essere dei comprimari, degli esecutori, giovani e belle se sono donne, un po’ intellettualoidi se sono uomini. Non guasta.

L’epoca che viviamo sarà l’epoca renziana come c’è stata l’era giolittiana, il ventennio mussoliniano, l’età craxiana, il Caf (chi se lo ricorda più?). Epoche dominate da uno o da pochi, epoche in cui il popolo sovrano ha solo subito, non è mai stato né sovrano né partecipe.

Le famose riforme vanno in questa direzione.
Un capo, unico. Dei prescelti nominati da lui, che i cittadini elettori dovranno solo confermare. La democrazia del “put” come si direbbe in gergo. Cioè il tradimento della democrazia, il suo svilimento a commedia, a farsa, come avviene sempre in tutti i regimi autoritari. Solo che in Corea del Nord o in (quale stato dittatoriale riconosciuto tale esiste oggi al mondo?) le cose sono chiare. Partito unico, voto unico. Inutile.

Da noi le cose sono più complesse, false e ipocrite. Ci sono i partiti ma sono svuotati dalla loro polpa vitale, gli iscritti. Contano solo i leader che decidono tutto. Nel PD (il cui nome dovrebbe garantire la democrazia interna) la vita della base è ridotta all’organizzazione delle feste dell’Unità, non si parla più di politica (cos’è mai?), il dissenso è un’anomalia da condannare. Esiste solo il diktat del capo. Se ti opponi sei un gufo, un retrogrado, uno iettatore. Le cose non vanno bene ma bisogna sprizzare entusiasmo, fiducia, eia eia alalà! Quando un partito è ridotto così, a uno strumento puro di consenso obbligato e di applausi, la democrazia è morta.

Sarebbe ora di dire apertamente che il PD ha tradito la sua mission. Che Renzi ha fatto un vero e proprio colpo di partito servendosi di primarie fasulle aperte a cani e porci, costruendo una segreteria e una direzione su sua misura e licenziando Letta con il consenso del complice Napolitano (in buona fede, forse, ma non importa un fico secco). Nessuna vera elezione ha mai siglato la sua legittimità a dirigere il Governo, se non delle europee, il cui fine non era proprio quello.

Ora fondare la riforma costituzionale su un Parlamento fatto da nominati e con maggioranze risicate mi sembra una follia. Il Senato è un Senato da burletta: non conta nulla e forse proprio per questo non è un gran danno. Ma si sta cambiando il volto del lavoro, della scuola, della convivenza civile con un governo e un Parlamento ballerino la cui legittimità è tutta da verificare. 

Centinaia di cosiddetti rappresentanti del popolo hanno cambiato casacca per convenienza e un filibustiere della politica, un uomo rotto a tutto sta facendo da taxi tra la destra e Renzi. Saremo governati dalla mafia massoneria fiorentina. Chapeau! Si attacca il sindacato e si amoreggia con la Confidustria, si fanno manovre da destra repubblicana. Governo di sinistra?

E’ il momento per insorgere dentro il PD e dire di no a un’involuzione  del genere che è tutt’altro che il vento del cambiamento e del rinnovamento. E’ il trionfo del trasformismo e della più bieca commistione politica, del tradimento dei valori e della vocazione per cui siamo nati.

E se Renzi dice ”se non ti va te ne puoi andare” io rispondo “no, te ne vai tu con tutta la tua corte di bellone  e di guitti – quello che tu stai costruendo non è il Pd, è altra ignobile cosa”.

Perderò, ne sono certo, ma con la testa alta e l’animo pulito, in pace.

Amoproust, 17 ottobre 2015

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