domenica 17 febbraio 2013

Vigilia di elezioni



Vigilia di elezioni


Domenica si andrà a votare. Dopo una campagna elettorale fetida, orribile. meschina e cialtrona. Mai vista una cosa così. Dopo di che capire cosa ne abbiano tratto - in conseguenza - i cittadini elettori è difficile dirlo. Forse solo noia, stanchezza, nausea e voglia di non votare. Non diamo la colpa a loro – quindi -  dell’astensionismo crescente. Un’altra colpa dei politici e anche degli antipolitici.



Io penso, contrariamente agli ipocriti che si nascondono dietro un dito e hanno paura che dichiarare la propria fede politica sia un danno, Amoproust è esplicito: voterò per il PD. Perché? (non ridete, lo sapevate già, eh!)



1.     Perché si deve votare secondo il proprio orientamento valoriale



2.     Perché il PD mi è parsa l’unica forza politica che abbia affacciato, tramite Bersani, un progetto credibile di cambiamento (anche se un po’ timido, troppi, appunto “un po’ più di…”)



3.    Perché il Pd ha scelto le persone da portare in Parlamento tramite le primarie (buona parte almeno) e in Parlamento entreranno giovani, donne, uomini scelti dai cittadini



4.  Perché, nonostante le insinuazioni assai poco provate dei giornali berlusconiani, Bersani è persona pulita, moralmente a posto



5.    Perché il PD insegue ancora un progetto bipolare europeo, è una forza europeista, che vuole gli Stati Uniti d’Europa e pensa che, se ci salveremo, ci salveremo solo con l’Europa



6.    Perché il PD è l’unica forza attenta a non scardinare il welfare (ciò che rimane) e preoccupata per le sorti della scuola, ricerca e università (e dei giovani) – che devono essere tutelate, rifinanziate e riformate nel senso giusto.



Potrei continuare ma credo che basti. Ci sono altre  forze degne di attenzione per il voto. Penso di sì. E allora diciamo per chi non  si dovrebbe votare.



Non per la destra berlusconiana. È la sua mala politica (unita a quella della Lega) che ci ha condotti al dissesto finanziario – economico e al governo di emergenza (da cui adesso prendono le distanze, ipocriti). Berlusconi ha dato prova di sé in lunghi anni di governo disastrosi, dediti solo ai suoi interessi. La spesa è aumentata, non diminuita, così anche il debito pubblico. Berlusconi è un pifferaio magico che promette, promette e promette sapendo di mentire. Berlusconi è un uomo solo al comando, con truppe impaurite alle sue spalle, comanda solo lui, gli altri ridotti a comparse. Berlusconi è un uomo malato, vecchio, apparentemente gagliardo ma cotto, finito. Guardate il suo viso: cosa vi fa venire in mente? Infine non ha un progetto se  non quello di abbassare le tasse, fare condoni, favorire gli evasori, e, ultima scoperta, legittimare le tangenti. La corruzione come metodo di governo e di business. Ha imparato da Putin e da Gheddafi. O ha insegnato? Quello di cui l’Italia non ha bisogno. La sua eventuale vittoria darebbe vita  a un dejà vu pauroso e sarebbe la fine.



Non per la Lega. Ovvio. È una forza rozza, povera di idee se non quelle paranoiche di sempre. Il Grande Nord, la secessione. Le tasse che rimangono al Nord e… basta. Una crociata inutile, già vista che non approda a niente. Una forza antieuropea, si può parlare di macroregione in un mondo globalizzato, in Europa? Una forza egoista e pericolosamente secessionista e xenofoba.



Non per Ingroia. Un aneddoto. Ieri ho incontrato un ex compagno, comunista ai tempi, con la sua bella patacca di Ingroia sul petto. Gli ho detto: ehi, tu, hai cambiato ancora casacca? Si è incazzato, ha detto che casacca l’avevo cambiata io, sposando la destra di Monti. Che lui era sempre stato a sinistra. Gli ho detto: ma non eri con quelli di Sel?. Sì, mi ha detto, ma da quando Vendola si è spostato a destra, c’ho ripensato. E poi - ha continuato - Napolitano sta tramando con Obama per favorire Monti. Ha ragione Ingroia. Capite? Una banda di coglioni che, sotto le bandiere del magistrato d’assalto, hanno riunito le frattaglie del vecchio comunismo d’antan, antiamericano e del populismo d’autore: Diliberto, Ferrero, i verdi, Di Pietro; difendono i valori, testimoniano. Gli ho detto: ma, lo sapete che i vostri voti, se non raggiungono il quorum vanno dispersi, anzi possono favorire la vittoria di Berlusconi? Non ha risposto, forse è proprio quello che vogliono, per continuare  a scendere in piazza e a manifestare. Intanto lo faranno anche con il centro sinistra al potere. Fervore piazzaiolo. Non fa nulla se poi il paese va in rovina. Manifestiamo per la democrazia.



Non per Grillo. Dico la verità che, se non fosse per il capo, l’urlatore, il fanatico arruffapopoli, il Ciceracquio di Genova, qualche idea del m5stelle mi piacerebbe molto metterla in pratica. E qualcuno di quelli del m5s lo abbraccerei. Ci sono facce belle, pulite, determinate, giovani. Chissà cosa faranno in Parlamento. Tutti sono curiosi. Prima di ogni votazione o pronunciamento correranno al telefono o meglio su Internet a veder cosa dice il capo? Oppure saranno collegati in diretta? Parlamento telecomandato? Alcune buone idee, molti populismi inutili, alcune cazzate monstre (come quella: “usciamo dall’euro”). Tanto da diffidare. Tante idee buttate là, ma dov’è il programma di governo? Grillo dice: mandiamoli tutti  a casa. Cosa faranno le sue truppe in Parlamento? Occuperanno il Palazzo, impediranno lo svolgimento dei lavori, scateneranno la guerra civile? Io penso di no. Impareranno a convivere con la democrazia rappresentativa, dovranno allearsi con qualcuno. A dispetto di Grillo. E lui cosa farà? Intanto non lo voto, troppo pericoloso.



Sospendo il mio giudizio sulle altre forze in lizza. Praticamente rimane solo Monti (le piccole liste sono destinate a scomparire). Monti mi fa venire i nervi. Bravissimo come leader del governo di emergenza (nonostante alcuni grossolani errori), da quando si è messo l’elmetto è un altro, non sembra un altro, lo è. Anche lui telecomandato, da qualche potere forte. E si è messo in compagnia di un’élite snobradicalnobilclerobottegaia che fa un po’ senso. Tutti, lui l’eletto in testa, a tuonare contro Vendola il comunista. Il quale, ascoltatelo una buona volta, dice cose sensatissime, sull’Europa  e sul bisogno di rilanciare gli investimenti e la ricerca e tutelare l’ambiente. E mostra a tutti la medaglia di aver fatto della Puglia un laboratorio di modernità e di innovazione, riconosciuto, per altro, a livello europeo. Comunista. Bah!



Insomma non c’è molto da scegliere. Certo ognuno ha la sua sensibilità. Dice qualche commentatore (leggi p.e. l’Espresso) che ne verrà fuori, da queste elezioni, un Parlamento ingovernabile e che si ritornerà a votare tra sei mesi. Gufi. Nuove elezioni con il Porcellum? E per ottenere che di diverso? O si immagina qualche colpo di mano?



Io, più positivamente penso che, se gli italiani daranno la maggioranza a un centro sinistra rinnovato, si potranno avere cinque anni di buona legislatura. Se Monti non farà la prima donna e accetterà di collaborare almeno sulle riforme istituzionali. Se non  rifiuterà di fare un po’ di percorso insieme a Vendola, senza dire che “puzza”. Se si darà vita a un vero confronto di idee, a un dialogo sulle cose da fare, un dialogo pragmatico, onesto, lineare. Senza impuntature.



E alla prossima tornata amerei che ci trovassimo di fronte a due poli veri: un centro sinistra riformista e un centro destra liberale. Senza demagogie, populismo e isterie. Forse io non ci sarò più, ma me lo auguro per chi verrà dopo di me.



E ora Amoproust si zittisce fino a martedì 26.

E che le urne siano con voi.

Amoproust, 18 febbraio 2013.

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