martedì 20 settembre 2011


E COTA SALTABECCA

Sono milanese di nascita e piemontese di adozione, novarese per la precisione. E mi interesso un poco della vita politica del luogo, oltre che della vita politica nazionale.

L’anno scorso ci sono state le elezioni regionali e – in Piemonte – ha vinto Cota, per un’incollatura (si dice 9000 voti). Ha vinto un po’ irregolarmente, con liste poco chiare, ci sono ancora processi in giro, ma va bene, è lì sulla poltrona di governatore del regno di Savoia. Almeno dovrebbe essere, perché di fatto, il Roberto III della Lega (il primo è Calderoli, il secondo Maroni, il terzo lui… San Roberto, se esiste, benedica!) in Regione Piemonte non c’è quasi mai. Mi dicono che manca regolarmente le sedute del Consiglio regionale, non legge le mozioni e gli ordini del giorno, insomma se ne frega.

Perché? La risposta la potete avere in Tv quando un servizio parla della Lega. Guardate attentamente; c’è Bossi in prima fila, un po’ stordito e in bambola, quasi uno zombi, sorretto dal Trota, dietro la Rosy Mauro, scarmigliata, poi Calderoli accaldato e in bermuda, e, quasi sempre, con un paio di occhiali scuri il nostro ragazzotto Cota, che saltabecca attorno al capo, lo sostiene, gli sorride, lo accarezza con gli occhi. Cota il bossiano. E se consultate il suo sito istituzionale è un repertorio delle feste della Lega in Piemonte e fuori. Per Cota non esiste altro che la Lega.  Altro che Presidente di tutti i Piemontesi: se non sei leghista, sei un poveretto.

Ma cosa si candidano a fare questi personaggi, gregari e servili, a importanti funzioni come quella di governatore di una Regione di peso, se poi si dedicano totalmente a seguire il capo, vezzeggiarlo, a blandirlo? Non ne possono farne  a meno. Che sia la Berghemfest o la saga della luganega a Alzano lombardo, Cota è lì, sto Governatore mancato, per non dire del cazzo. Certo, va bene Bossi, ma non manca un occhio alla successione. Speriamo solo che la Lega frani alla scomparsa di Bossi,lunga vita al Capo.

Irresponsabilità istituzionale, immaturità politica, carrierismo, chi più ne ha più ne metta di vizi politici. Ma per questo Cota non merita di stare su quella poltrona. Anche quando parla sembra che ripeta l’abecedario della Lega, imparato  a memoria. Totale mancanza di autonomia di pensiero e di progetto politico. E manifesta il pensiero di rivoltare il Piemonte. Che voglia mettere il Monte Rosa al posto del Monviso e viceversa?

Amoproust, 20 settembre 2011

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