Il Governo del paese è una cosa importante,
seria.
Lapalisse. Catalano.
Noi siamo abituati a vedere governi formati da personaggi
austeri, “togati”, con un aspetto maturo da persone vissute, per non dire “avvezze”
al potere. Marpionesche. Così è sempre stato con qualche piccola eccezione.
Quindi fa specie vedere sulle poltrone
ministeriali tante facce giovani, tante donne. Alcune di queste facce
assolutamente sorprendenti e per età e per notorietà. Viene da pensare: ma ce
la faranno, saranno capaci?
Eppure questo è il minor problema di questo
governo. Essere giovani significa essere indenni dai guasti dell’abitudine al
potere, essere freschi, bramosi di fare. Se c’è poi la competenza ancora
meglio. Giovani sì ma non sbarbati. Essere donne significa essere motivate a
dare il meglio di sé. Una primavera quindi.
Il vero problema di questo governo è, ancora una
volta, quello di essere un governo di coalizione e di intese (più o meno
strette) tra centro sinistra e centro destra. Alfano è riuscito nel suo intento
certamente ricattando: o così o salta tutto. Ricattare è il contrario di
condividere e mediare. Alfano brinda: ho
vinto. Vinto che? (per rifare il verso a Renzi). Vinta la lotta per non sparire
nel nulla, cosa che avverrebbe se si andasse a votare, cosa che avverrà se la
legislatura venisse troncata.
Quindi Alfano ha vinto solo se riuscirà a prolungare la
legislatura al suo termine naturale. Cosa che si augura e vuole Renzi. E per celebrare questa vittoria Alfano adesso
deve cedere, mediare. Riusciranno i due a farlo?
Trappole ne esistono mille: la prima è la legge
elettorale blindata tra Renzi e il nemico comune: Berlusconi. Nemico comune o
solo del NCD?
Un’altra trappola molto più vicina è la
tassazione. Alfano ha proclamato: “con noi mai la patrimoniale!”. Tutti dicono,
nel campo avverso-alleato ma lo dice soprattutto Padoan: “bisogna spostare la
tassazione dal reddito ai patrimoni, dal reddito agli immobili”. Come la
mettiamo? Padoan ha la poltrona che può fare questo spostamento (sarebbe ora!)
ma il NCD (Alfano) cederà? Se no farà cadere il governo, “muoia sansone e tutti
i filistei!”? Io credo invece che si
arriverà al solito accordicchio alla democristiana: qualche sgravio sul lavoro
e sulle imprese, un punto in meno di cuneo fiscale e una blanda tassazione
sugli immobili, tanto per far vedere! Una vera patrimoniale, mai!
Ho fatto un esempio. Questo è il rischio. Che le
piccole intese blocchino ancora tutto, ogni riforma sensata, ogni vera svolta
incisiva. Che continueremo a sopravvivere, finché qualcuno non constaterà un
nuovo fallimento.
Speriamo e ci auguriamo di no, ma tutti i segnali
dicono di sì.
Renzi si è buttato con la sua irruenza in un’avventura
azzardata. Ha contro molta opinione pubblica e nel PD un nido di serpi. Non era
meglio impegnarsi fino in fondo per una buona legge elettorale e poi al voto? Si
sarebbe fatta chiarezza, forze contrapposte separate e chi vince governa.
Secondo me Matteo avrebbe vinto alla grande. Ma lui ha bruciato i tempi e ora
governa “a rischio”.
Lui è ottimista.
Napolitano “ha fatto” l’ottimista.
Nell’ombra si affilano i coltelli.
Matteo, in bocca al lupo!
Amoproust, 22 febbraio 2014.
Non sono completamente d'accordo con te. Infatti, sebbene creda anch'io che il nostro nuovo Presidente del Consiglio avrà grosse difficoltà a domare il NCD, credo anche che su alcuni punti essi possano convergere, come per il taglio di IRAP e IRPEF e le misure per l'edilizia scolastica. Il grossa problema è qui quello delle coperture; la mancanza di soldi, infatti, impedirà molte delle riforme promesse da Renzi. D'altronde basterebbe un millesimo della "ricetta mari e monti" promessa dal neopremier per cambiare radicalmente l'Italia. Due dei nostri più grossi problemi sono, oltre al rischio di un calo di consensi derivante da possibile futuro flop di Renzi, la brutta immagine data da tutta l'operazione "Kill Letta" e l'orrenda squadra di ministri che invece tu difendi. Pensiamo alla neoministra dello sviluppo economico. Ella è una LIBERISTA DI DESTRA, ovvero è una donna vicina a Berlusconi che crede che lo Stato non dovrebbe intervenire nell'economia che è esattamente il lavoro del ministro allo sviluppo economico. Ricordiamoci poi che suo padre è un ricco imprenditore che vende anche allo Stato e qui mi vengono in mente tre parole: "conflitto di interessi. Poi pensiamo alla ministra Maria Elena Boschi che in pratica è una marionetta di Renzi. Intendiamoci, non dico che un ministro non debba obbedienza al proprio premier, ma deve anche saper usare il proprio cervello e non dire solo quello che dice il capo, pensare solo quello che comanda il capo e fare solo quello che ordina il capo. Non ho capito perché poi andasse sostituita la bravissima Emma Bonino con la Mogherini, che può comunque essere un buon ministro anche se non quanto l'anziana radicale. Vi sono poi altre scelte discutibili del nostro nuovo Primo ministro come la cancellazione di due ministeri che stavano operando bene per la distribuzione ei fondi europei inutilizzati (mi riferisco al Ministero degli Affari Europei e della Coesione territoriale). Di veramente buoni ci sono solo Padoan (bravo quanto, se non più, Saccomanni). Agli altri ministri concedo il beneficio del dubbio (anche a quelli già provati in altri ruoli). Si può quindi davvero dire che questo sia un buon governo o comunque un governo testimone del cambiamento che promette Renzi? Io direi di no e direi anche he non è un problema trascurabile.
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