lunedì 3 febbraio 2014

CHI SONO?



CHI SONO?

Evitiamo di usare insulti ed epiteti per non cadere nel loro stesso errore e adottare il loro stile becero e anche maldestro. Diciamo che i signori del movimento 5 stelle, i cosiddetti grillini, stanno mostrando, in questi giorni, la loro vera natura, il loro infantilismo politico, la loro ignoranza.

Chi sono, in effetti, questi individui che, con un colpo di fortuna dovuto allo smarrimento politico degli italiani, sono riusciti ad arrivare in Parlamento? Qualcuno dice, a ragione, che sono degli eversori. Ma cosa significa questa parola? Che sono antisistema, sistema politico costituzionale che vorrebbero rovesciare, mandando a casa tutti, meno loro stessi. In nome di quali meriti o obiettivi?

Diciamo che eversori può esser tradotto in “potenziali rivoluzionari”, come si definivano anche le brigate rosse. Ma i veri rivoluzionari vogliono sì distruggere, ma soprattutto vogliono costruire: hanno un progetto, un “nuovo” da sostituire al “vecchio”, un sistema migliore di quello da abbattere. Così è stato in tutte le rivoluzioni (a cominciare da quella principe, la “francese”), salvo le successive involuzioni o reazioni.


Anzitutto chi è antisistema, non va in Parlamento: pacifico o violento rimane movimento nella società, non entra nelle Istituzioni. Perché entrare nelle Istituzioni (soprattutto se democratiche) di un Paese significa accettarne le regole. Non si può essere in Parlamento e combatterlo, impedire che funzioni, boicottarlo. Solo i bambini si comportano così, in quanto minori eterodiretti: vanno a scuola perché qualcuno li manda lì, ma talvolta ne contestano le regole.


Quali sono gli obiettivi positivi, la parte construens del movimento 5 stelle? Semplicemente non esiste. Blaterano di una democrazia diretta giocata sulla rete, ma sembrano non conoscere la difficoltà di governare uno Stato, di reggerne l’economia, l’istruzione, la difesa, l’ambiente con un bilancio, esigendo delle imposte, usando le leggi. Distruggere le regole dello Stato significa l’anarchia, il dissesto, il tutti contro tutti, la “malora” per tutti, l’infelicità programmata, infine la legge del più forte.


Con questo non dico che in questo Stato le cose vadano bene. Anzi! Molte sono le cose da cambiare, dalle Istituzioni alle leggi. Ma le cose si cambiano con le riforme, con l’occhio all’equità e al bene comune, non con la violenza distruttrice.  Faccio l’elogio del riformismo? Ebbene sì, purché sia un riformismo serio, dignitoso, determinato. E forse è proprio la messa in moto di un volano riformista è ciò che oggi fa arrabbiare i grillini, è ciò che scatena la ribellione insulsa.


Ora il movimento 5 stelle (uso la minuscola volutamente) o si dà una regolata o esce dalla legalità. Non basta un consenso elettorale per giustificare “tutto”: le elezioni sono un momento della vita politica organizzata che presuppone l’accettazione delle regole. I cittadini votano perché in una democrazia rappresentativa si eleggono dei delegati. Ma non esiste delega all’autodistruzione.


Come reagiranno i cittadini di fronte allo sbandamento grillino? Qualche fanatico eversore ci sarà. Ma i voti ottenuti sono voti di protesta contri i partiti storici, le loro inadempienze, la corruzione, contro le inefficienze dello Stato, non sono voti che delegano a una rivolta insensata senza sbocco. Speriamo che i cittadini se ne rendano conto e capiscano il paradosso in cui si cacciano votando Grillo e company.  E speriamo che i parlamentari di Grillo si rendano conto che non approdano a nulla comportandosi come automi eterodiretti da guru impazziti.


Amoproust, 3 febbraio 2014

1 commento:

  1. Ciao zio.
    Benché io sottoscriva la sua analisi secondo cui la proposta politica del Movimento 5 stelle è inconsistente e la loro opposizione oltranzista è insensata e inconcludente bisogna pur sempre riconoscergli che è probabilmente grazie a loro che si sta timidamente iniziando a parlare di riduzione dei costi della politica. Va poi anche detto che in alcuni casi hanno condotto battaglie giuste come ad esempio quella contro il decreto svuota-carceri che, seppur contenendo misure utili e non dannose per la società, ha la colossale pecca di aumentare notevolmente lo sconto di pena annuale che, se non sbaglio, vale anche per i mafiosi.
    Per quanto riguarda poi "la messa in moto del volano riformista" devo si darle ragione sulla paura grillina della riuscita di un tale programma, ma devo anche dire che io tale programma non lo vedo. Le riforme istituzionali, dalla legge elettorale alla riforma del Titolo V della Costituzione, sono in mano agli umori di un ladro dalla dubbia fiducia, mentre un piano generale per il rilancio dell'economia e dell'immagine italiana è invece totalmente assente. Infine non si vede alcun accenno a un qualsiasi programma per la lotta all'evasione, alle mafie e alla corruzione e non è stato presentato da nessuna partito, almeno a quanto ne so io, un piano generale per il rilancio della scuola.

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