CHI SONO?
Evitiamo di usare insulti ed
epiteti per non cadere nel loro stesso errore e adottare il loro stile becero e
anche maldestro. Diciamo che i signori del movimento 5 stelle, i cosiddetti
grillini, stanno mostrando, in questi giorni, la loro vera natura, il loro
infantilismo politico, la loro ignoranza.
Chi sono, in effetti, questi individui che, con un colpo di fortuna dovuto allo smarrimento politico degli italiani, sono riusciti ad arrivare in Parlamento? Qualcuno dice, a ragione, che sono degli eversori. Ma cosa significa questa parola? Che sono antisistema, sistema politico costituzionale che vorrebbero rovesciare, mandando a casa tutti, meno loro stessi. In nome di quali meriti o obiettivi?
Diciamo che eversori può esser tradotto
in “potenziali rivoluzionari”, come si definivano anche le brigate rosse. Ma i
veri rivoluzionari vogliono sì distruggere, ma soprattutto vogliono costruire:
hanno un progetto, un “nuovo” da sostituire al “vecchio”, un sistema migliore
di quello da abbattere. Così è stato in tutte le rivoluzioni (a cominciare da
quella principe, la “francese”), salvo le successive involuzioni o reazioni.
Anzitutto chi è antisistema, non
va in Parlamento: pacifico o violento rimane movimento nella società, non entra
nelle Istituzioni. Perché entrare nelle Istituzioni (soprattutto se democratiche)
di un Paese significa accettarne le regole. Non si può essere in Parlamento e
combatterlo, impedire che funzioni, boicottarlo. Solo i bambini si comportano
così, in quanto minori eterodiretti: vanno a scuola perché qualcuno li manda
lì, ma talvolta ne contestano le regole.
Quali sono gli obiettivi
positivi, la parte construens del
movimento 5 stelle? Semplicemente non esiste. Blaterano di una democrazia
diretta giocata sulla rete, ma sembrano non conoscere la difficoltà di governare
uno Stato, di reggerne l’economia, l’istruzione, la difesa, l’ambiente con un
bilancio, esigendo delle imposte, usando le leggi. Distruggere le regole dello
Stato significa l’anarchia, il dissesto, il tutti contro tutti, la “malora” per
tutti, l’infelicità programmata, infine la legge del più forte.
Con questo non dico che in questo
Stato le cose vadano bene. Anzi! Molte sono le cose da cambiare, dalle
Istituzioni alle leggi. Ma le cose si cambiano con le riforme, con l’occhio all’equità
e al bene comune, non con la violenza distruttrice. Faccio l’elogio del riformismo? Ebbene sì,
purché sia un riformismo serio, dignitoso, determinato. E forse è proprio la
messa in moto di un volano riformista è ciò che oggi fa arrabbiare i grillini,
è ciò che scatena la ribellione insulsa.
Ora il movimento 5 stelle (uso la
minuscola volutamente) o si dà una regolata o esce dalla legalità. Non basta un
consenso elettorale per giustificare “tutto”: le elezioni sono un momento della
vita politica organizzata che presuppone l’accettazione delle regole. I cittadini
votano perché in una democrazia rappresentativa si eleggono dei delegati. Ma
non esiste delega all’autodistruzione.
Come reagiranno i cittadini di
fronte allo sbandamento grillino? Qualche fanatico eversore ci sarà. Ma i voti
ottenuti sono voti di protesta contri i partiti storici, le loro inadempienze,
la corruzione, contro le inefficienze dello Stato, non sono voti che
delegano a una rivolta insensata senza sbocco. Speriamo che i cittadini se ne
rendano conto e capiscano il paradosso in cui si cacciano votando Grillo e
company. E speriamo che i parlamentari
di Grillo si rendano conto che non approdano a nulla comportandosi come automi eterodiretti
da guru impazziti.
Amoproust, 3 febbraio 2014
Ciao zio.
RispondiEliminaBenché io sottoscriva la sua analisi secondo cui la proposta politica del Movimento 5 stelle è inconsistente e la loro opposizione oltranzista è insensata e inconcludente bisogna pur sempre riconoscergli che è probabilmente grazie a loro che si sta timidamente iniziando a parlare di riduzione dei costi della politica. Va poi anche detto che in alcuni casi hanno condotto battaglie giuste come ad esempio quella contro il decreto svuota-carceri che, seppur contenendo misure utili e non dannose per la società, ha la colossale pecca di aumentare notevolmente lo sconto di pena annuale che, se non sbaglio, vale anche per i mafiosi.
Per quanto riguarda poi "la messa in moto del volano riformista" devo si darle ragione sulla paura grillina della riuscita di un tale programma, ma devo anche dire che io tale programma non lo vedo. Le riforme istituzionali, dalla legge elettorale alla riforma del Titolo V della Costituzione, sono in mano agli umori di un ladro dalla dubbia fiducia, mentre un piano generale per il rilancio dell'economia e dell'immagine italiana è invece totalmente assente. Infine non si vede alcun accenno a un qualsiasi programma per la lotta all'evasione, alle mafie e alla corruzione e non è stato presentato da nessuna partito, almeno a quanto ne so io, un piano generale per il rilancio della scuola.