martedì 8 ottobre 2013

Oscar



OSCAR FARINETTI


Qualcuno lo definisce un inguaribile ottimista. Lui stesso ama pensarsi così. E’ certamente un imprenditore di successo nell’agroalimentare ed è un esponente di spicco di quella pattuglia di italiani eccellenti che portano  i nostri prodotti e il nostro nome in giro per il mondo a contrastare la cattiva nomea di cui le varie mafie e la politica ci disonorano.


E’ anche un uomo di pensiero, un po’ spiccio, ma di una chiarezza e trasparenza esemplari.


Dice che l’Italia può superare la crisi e rimontare la china con semplici operazioni economiche e commerciali, con una politica di espansione e di successo dei nostri atout evergreen: l’agroalimentare  (il vino p.e.), la moda, la meccanica di precisione, la cultura, il turismo.


Noi rappresentiamo nemmeno un centesimo della popolazione mondiale ma tutto il mondo guarda all’Italia per certe sue caratteristiche: sfruttiamole! Dice Farinetti e non ha torto.


Fa anche il conto dei miliardi in più che entrerebbero nelle nostre tasche con una politica di espansione: il raddoppio del turismo (ma occorre migliorare l’accoglienza), delle esportazioni dei nostri prodotti eccellenti (il vino p.e. non ha nulla d invidiare alla produzione francese che fa il doppio di esportazione), l’abbigliamento di qualità e così via.


Ma tutto ciò si deve accompagnare  a una politica di riforme che spazzi via alcune nostre anomalie e privilegi: una sola Camera legiferante, meno parlamentari, fuori i partiti dalle ingerenze nell’informazione  e nella pubblica amministrazione, un grosso taglio alle pensioni d’oro e ai cumuli conseguenti, un minor costo del lavoro. E una decente legge elettorale, primo tassello di un mosaico di riforme.


Dice Farinetti che con un po’ di buona politica in dieci anni possiamo ribaltare la nostra sorte.


Che abbia ragione?



Amoproust, 8 ottobre 2013.

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