LAMPEDUSA, LE C ARCERI E …
Ho atteso a lungo prima di
parlare della tragedia di Lampedusa. E per due motivi.
Il primo è che mi pare
ipocrita e machiavellico mettersi a strepitare per un fatto assolutamente drammatico,
solo perché avvenuto sotto le nostre coste, senza considerare che il Mediterraneo, il
canale di Sicilia è asfaltato di cadaveri di poveri cristi di cui non si sa
nulla.
Il secondo motivo è che di questa strage siamo doppiamente colpevoli: in
primis la perfida legge sull’immigrazione (che considera il clandestino un
delinquente). E’una legge priva della minima umanità e totalmente inefficace poi,
di fatto a risolvere il problema. Basta leggere le statistiche, di quanto ci
costano gli immondi centri di permanenza ed espulsione senza che si risolva un
bel niente. I clandestini rimangono, molti delinquono, soprattutto l’accoglienza
umanitaria è zero.
La seconda colpa è che ci battiamo il petto, ma poi non facciamo
nulla per impedire il traffico delle armi in Africa (l’Italia vende e come!) e
per una vera cooperazione internazionale.
Una buona legge sull’immigrazione
andrebbe fatta e subito. Con due considerazioni: che ogni uomo merita rispetto
ed è portatore di diritti e che l’immigrazione ci sarà, in futuro, utile. La
popolazione autoctona, gli italiani sono in forte decrescita. Entro pochi anni,
se vogliamo mantenere un minimo di benessere e di tenuta economica, lavoratori
stranieri dovranno sostituire lavoratori italiani in numero sempre più alto.
Altrimenti addio ad ogni ripresa economica e addio a un’Italia prospera e
felice. Chi dice il contrario e cita il grande numero dei nostri disoccupati ha
la vista corta. L’Italia invecchia, ogni anno il numero dei pensionati aumenta,
la vita si allunga, cresce l’esercito di coloro che vanno mantenuti, diminuiscono
le nascite, le scuole si svuotano e devono
farsi concorrenza fra di loro per sopravvivere.
Tra vent’anni – con ogni
probabilità – la metà della forza lavoro sarà o dovrà essere costituita da
stranieri (immigrati appunto). O lavoriamo per un’integrazione vera (tolleranza
culturale - condivisione ) o rischiamo che le nostre città diventino popolate
di enclaves: il quartiere turco, quello eritreo ecc.ecc. Gli italiani una
minoranza.
Quindi ragioni umanitarie e
ragioni economiche e progettuali lavorano nella direzione di un mondo sempre
più interculturale, multietnico e policentrico dove l’osmosi tra le diverse
etnie e culture creerà un nuovo mondo non più basato sulle frontiere (che senso
avrebbero?) ma sulla pacificazione e l’integrazione.
Lo so che in Italia esistono
forse politiche reazionarie e razziste
che vorrebbero prendere a cannonate i barconi, portare la guerra in Eritrea e
in Siria per colonizzare quei popoli e portare loro la “nostra civiltà” (con le
armi?) e, soprattutto, criminalizzare l’immigrazione. Forze patetiche e
antistoriche. Con le bende sugli occhi e le mani a proteggere le proprie
tasche. Parola d’ordine: sicurezza (lo straniero fa paura) - purezza e
superiorità della razza (ma c’è una razza italiana?) – uso della forza.
Queste stesse forze reazionarie non
vogliono guardare allo stato pietoso delle
nostre carceri (un’altra responsabilità collettiva) – invocano la mano dura,
sono contrarie ad ogni forma di depenalizzazione.
Sì, perché poi i problemi si
intrecciano: le carceri scoppiano perché sono piene di immigrati condannati per
clandestinità o piccoli reati, drogati
per uso di droghe anche leggere, detenuti in attesa di giudizio (la lentezza
della legge), insomma poveri diavoli. I veri delinquenti sono pochi, i colletti
bianchi non più di mille.
Perché chi ha il denaro può anche
evitare il carcere, ricorrendo a tutti i mezzi di legale difesa possibili. Sono
sempre i poveri diavoli a pagare.
O' cane
mozzeca semp' o stracciato.
Amoproust, 10 ottobre 2013
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