giovedì 13 settembre 2012

Cosa ci dice DF Wallace



Leggendo David Foster Wallace  (bis)

Sto leggendo, con grande interesse, "Considera l'aragosta" di D.F. Wallace, il grande scrittore americano morto suicida nel 2008. È una raccolta di saggi e articoli, uno spaccato incredibile dell'America anni '90, dei suoi tic, delle sue manie. Un saggio è dedicato all'avventura politica di McCain, candidato o meglio "anticandidato" repubblicano alla Casa Bianca. L'autore ha seguito la sua campagna per le primarie, ne offre un racconto vivido e stimolante, un resoconto impietoso.

L'autore si domanda cosa avesse Mc Cain per raccogliere tanto successo - inizialmente - prima di essere travolto dal Cespuglio (così veniva definito dall’avversario) G.W. Bush e si risponde "la sua schiettezza, diceva la verità" anche se le sue proposte politiche erano immonde, vera spazzatura per un democratico come Wallace. Diceva la verità e la sua biografia di ex carcerato in Vietnam dove aveva sopportato il duro carcere (si era paracadutato su Hanoi dal suo caccia colpito) e la sofferenza piuttosto che contraddire un codice d'onore, questo supportava la sua schiettezza.

"Perché tutti i politici ci hanno mentito - aggiunge Wallace -, ci hanno mentito tanto, e sentire che ci hanno mentito fa male" e ancora: "è doloroso sapere che i sedicenti rappresentanti del popolo tra i quali si è costretti a scegliere, sono tutti impostori la cui unica vera preoccupazione è la propria sopravvivenza e sussistenza" ecc.ecc.

Leggendo tutto questo ho pensato alla situazione politica odierna italiana e mi sono chiesto. Perché il governo Monti e Monti stesso hanno tanto successo (un gradimento del 48% è un successo)? Perché dice la verità.
Diversamente dai politici di rango e di carriera.

Quando Monti riconosce che la sua politica di rigore "ha certo rallentato la ripresa e ha condizionato/favorito la recessione nei tempi brevi" dice una verità che nessun politico avrebbe mai detto, temendo l'impopolarità. Quando Passera dice ai lavoratori dell'Alcoa che "la situazione della fabbrica è delicata, forse irresolvibile" dice la verità e scatena la rabbia della gente, ma è la verità. Quando donna Fornero (che mi sta antipatica) dice che "il posto di lavoro fisso, dall'assunzione alla morte, sì, proprio quel posto, è una chimera del passato" dice la verità, una scomoda verità. Perché i tecnici possono dire la verità che i politici, soggetti alle elezioni, non possono dire. E quindi continuiamo (e la solfa ricomincerà presto, in campagna elettorale) a sentirci dire che "le tasse saranno abbassate", che "tutti avranno un posto di lavoro", che “la Padania è una nazione” e che "gli asini voleranno".

Ma le cose stanno cambiando. Perché gli elettori oggi, i cittadini hanno imparato molto e si possono dividere grossomodo (scusate l’approssimazione) in due categorie. "I gonzi, gli ingenui e i sognatori" che vogliono continuare a credere nell'impossibile e quindi seguono i populisti e i rivoluzionari della domenica. E tra questi mettiamo Grillo, la Lega (per diversi motivi) e i profeti della sinistra massimalista (mi dispiace) cui si è aggregato, per comodità sua, Di Pietro. Poi ci sono “i realisti e prosaici pragmatici” (tanto disprezzati dai sognatori) che guardano alla realtà delle cose e, più che sognare, vogliono l'onestà dei piccoli passi e delle cose possibili. Sapendo che, p.e. è incompatibile un Welfare stile scandinavo con una riduzione sostanziale delle imposte, che è incompatibile fare i furbi con il fisco e poi servirsi dei servizi sociali e pretendere che siano impeccabili, che è impossibile un benessere generalizzato senza una spartizione delle risorse e una ridistribuzione del reddito, che non si dà salute e ambiente sano con un'industria velenosa e inquinante, che solo l'Europa e una cessione di sovranità sostanziale (e non l'autarchia e la liretta) ci possono salvare.

Monti ha dimostrato di saperle queste cose, non ha mai fatto promesse azzardate, ha solo infuso speranza, quand’era possibile. E, stando le cose come stanno, nel campo dei partiti, prevedere uno sbocco politico stabile dopo le elezioni (siamo in democrazia, sono indispensabili) sembra quasi un azzardo. Maggioranze stabili? Maggioranze ibride, credo non in grado di proseguire nel risanamento e nella fondazione della crescita, che tutti si augurano.

Secondo la mia previsione (uccidetemi pure, cari compagni) vincerà chi si presenterà con la garanzia Monti. La vogliamo lasciare alla destra per imbarcare sognatori e promotori di referendum inutili?


Amoproust, 13 settembre 2012.

Ps.
La promulgazione della raccolta delle firme per un referendum sull’articolo 18 è semplicemente una sciocchezza.
1. perché la legge prevede che non si tengano referendum nell’anno elettorale
2. perché l’importante sarebbe vincere le elezioni, dopo di che gli articoli si possono cambiare, se si vuole,  con una semplice leggina
3. perché, nel merito, il problema del lavoro oggi non si chiama art. 18 ma disoccupazione e precarietà.

Quindi chiedere un referendum sull'art.18 è cosa populista, demagogica e inutile. Perché non si raggiungerà il quorum (come quasi sempre succede) dopo di che sarà ancora più difficile cambiare la legge, se si vuole.

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