giovedì 3 marzo 2011

In fuga

Ammettiamo che un cittadino, una persona qualsiasi, per un incidente o per un fraintendimento o per un banale errore di valutazione o per circostanze dovute al caso, venga accusata di un crimine mai commesso: per esempio uno stupro o una omissione di soccorso (cosa che può capitare facilmente per uno scambio di targa o per una svista). Cosa fa questo cittadino, che riceve l'avviso di garanzia, riceve l'invito a presentarsi di fronte ai giudici o - addirittura - viene arrestato? Banalmente si prende un buon avvocato e si difende; cerca di dimostrare la sua innocenza. E, se ha le carte in regola e sa ciò che fa, la cosa non è difficile: è facile dimostrare che lui non c'entrava, che era da un'altra parte, che i testimoni o supposti tali si sbagliano. Comunque si difende, non cerca di evitare il giudizio, non cerca di sottrarsi al processo, anche perché così aggraverebbe la sua situazione: se scappa significa che ha la coscienza sporca, significa che in qualche modo si sente colpevole.

Ebbene, in Italia c'è un individuo che, aprofittando dei suoi miliardi (è ricco sfondato) e quindi di un apparato di difesa micidiale (può permettersi di pagare avvocati su avvocati) e, da almeno 16 anni, di incarichi politici che lo rendono "potente", cerca in ogni modo e con mille congegni e marchingegni, di sfuggire alla giustizia, non presentandosi ai processi e prendendosi gioco dei tribunali. Questo tale si dice perseguitato, oggetto di un complotto giuridico/mafioso, si dice ingiustamente accusato, anche di fronte  a prove palesi, documentate. Andare di fronte ai giudici? Mai più. Comportamento che è segno inequivocabile che innocente proprio proprio non è, se vale  l'assunto e l'esempio precedente. Se fosse innocente si presenterebbe davanti ai giudici e con l'apparato difensivo di cui dispone non avrebbe difficoltà a manifestare e provare la sua estraneità e la sua innocenza. Ma così non è: costui, sempre aprofittando della sua posizione privilegiata di "pubblico ufficiale-primo ministro", si inventa lodi, legittimi impedimenti, conflitti di competenza, cerca addirittura di spingere il Parlamento a costruire leggi su misura per permettergli di evitare quel tribunale, quei giudici. Perdiana, i giudici vincono un concorso, lui è stato eletto dal popolo sovrano: perché mai dovrebbe sottostare a un tribunale? Se io fossi nella veste di quei giudici avrei la bile infestata e la bava alla bocca: cercherei in tutti i modi di incastrarlo, di "fotterlo" con i mezzi legittimi a disposizione della giustizia e nessuno mi potrebbe accusare di "persecuzione indebita". E' lui che si sottrae, che mi irride, che vanifica il mio lavoro, che mi prende in giro, che si fa beffe della legge. Certamente se fosse un cittadino qualunque, il gioco sarebbe durato poco... ma lui non è un cittadino come gli altri?
E' un cittadino come gli altri, purtroppo sostenuto da una corte sapientemente costruita di fedelissimi lacché, di servi o corrotti o plagiati, o legati dalla logica del potere; gente che è disposta a tutto per difendere l'eletto e fare scudo all'imperatore, disposta allo spergiuro, alla menzogna, all'ipocrisia più sfacciata. Un Parlamento, una maggioranza disposta a votare (votare!) che lui ha agito credendo sul serio che Ruby era nipote di Mubarak, ha agito per evitare uno scandalo internazionale. Un'intera maggioranza in malafede, un Parlamento di infidi traditori della verità, di bugiardi! Un'intera maggioranza parlamentare.  Questo è.

Non so se mai "verrà un giorno" (come diceva Fra Cristoforo a Don Rodrigo), non lo so, anche perché non credo in una giustizia divina superiore, ma laicamente credo che i conti vadano fatti in questa vita e in questo mondo. Ma quasi sempre i nodi vengono al pettine e i dittatori (più o meno palesi), gli usurpatori, i mestatori vengono smascherati e, se non puniti, delegittimati. Ciò che sta succedendo nel Nord Africa insegni. E non mi si dica che il paragone non regge. Regge perché il regime di qui è il massimo dell'usurpazione consentita in uno stato occidentale europeo. Il massimo  che, circostanze permettendo, sarebbe facilmente tracimato in forme ben più  massicce di  potere personale.  La dice lunga l'ammirazione sconfinata che il nostro dimostra per dittatori e  dittatorelli, a cominciare da Putin e Gheddafi e quel tale della Bielorussia di cui non ricordo il nome. 

Ma soprattutto io mi auguro che la sporca corte di gente senza coscienza e priva di qualsiasi etica politica e civile - corte che lo sostiene e lo galvanizza - venga spazzata via con lui e con lui definitivamente sconfitta e condannata dalla storia. Costoro sono feccia della società e molto più colpevoli e responsabili di colui che difendono e proteggono.

amoproust - 3 marzo 2011

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