Una manica di c…
In questi ultimi giorni (o tempi –
come preferite) la voglia di parlare di politica e dei problemi italiani
scarseggia. Proprio non c’è. Ormai è chiaro: siamo in mano a una manica di c… (metteteci quello che
volete al posto dei puntini: cocainomani, corrotti, cortigiani, codardi, cinici…).
A Roma ricompare il problema della
spazzatura. Cosa fanno i politici? Litigano su di chi è la colpa. Invece di
mettersi attorno a un tavolo per trovare
il rimedio a una situazione che puzza e che logora l’immagine dell’Italia. I 5
stelle ideologizzano: il problema è fare il 100% di raccolta differenziata,
rifiuti zero (e intanto le strade sono pattumiere) e Renzi risponde: manderemo
i nostri volontari a pulire le strade… Ma che rimedio è? Strutturale, rigoroso,
radicale? No, solo propagandistico.
E poi chi è Renzi? I media ci stanno
abituando a considerarlo il dominus non solo del partito ma del paese. E non
sta né al governo, né in una qualsiasi istituzione decisionale. E lo scandalo
della sua “preferita” (quanto sa di Luigi XIV!) impazza.
I francesi hanno scelto Macron con
una vera operazione democratica che si chiama ballottaggio. Di fronte al
pericolo di consegnare il paese a una forza fascista e illiberale, la
democrazia si è stretta attorno al candidato “moderato”: se volete il meno
peggio ma anche la garanzia europea e della legalità. Noi - la nostra Corte ha
definito il ballottaggio anticostituzionale (chissà perché) e ha dato in mano
ai politici degli “stracci” di legge elettorale. Difficilissimi da ricomporre
in una vera riforma che garantisca e rappresentanza e governabilità.
E cosa
fanno i nostri politici? Litigano, si insultano, propongono (solo il PD ha
sulla piazza 5 diverse proposte di legge elettorale), non si mettono d’accordo.
L’invito di Mattarella di dar vita a un qualcosa di unitario tra Camera e
Senato, di compatibile e tale da dar vita a un esito positivo, cade
quotidianamente nel vuoto. Per colpa degli “altri” si intende.
Non sono un qualunquista. Non dico
che tutti i politici siano persone indegne, ma nell’insieme offrono uno
spettacolo deprimente. Nei talk show imperversano imperterriti, difendono
l’indifendibile, si coprono di medaglie e gettano fango sugli avversari. La
domanda inquietante per il cittadino democratico e civile è: che fare?
Il meccanismo elettorale appare
inceppato. Alternative? L’uomo forte come non pochi auspicano? Situazione
turca?
Non c’è altra via se non una presa
di coscienza collettiva forte e sdegnata. I cittadini sembrano capaci di
mobilitarsi per difendere il proprio “giardino” (vedi TAV, TAP et similia). Non
sono capaci di dire di no all’involuzione democratica? Oppure pensano che non
sia un problema? Dove stanno i giovani? O succede qualcosa sul piano del popolo
(quello vero, non quello tragicomico dei movimenti sedicenti alternativi) o
siamo fritti. Condannati alla maglia nera in Europa e nel mondo.
Allora sì, quando ci sarà vera
povertà collettiva e depressione economica e file per il pane e disoccupazione al 50%
scatterà la rivoluzione, ma sarà una pagina brutta di orrori e distruzioni e
ribellismi. Con esiti imprevedibili.
Amoproust, 10 maggio 2017
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