Banche - Europa e imbrogli
vari.
Un cittadino di Civitavecchia si è
suicidato perché la sua banca, di cui si fidava, gli ha fatto perdere tutti i
suoi risparmi. Disperazione. Tradimento. Così grave da togliersi la vita? No,
ma nessuno è in grado di comprendere cosa succede nella mente di un uomo che si vede di colpo sottrarre tutti i
suoi beni su cui aveva fatto affidamento per una vecchiaia serena.
Ciò che è successo con il decreto salva
banche (ma non salva correntisti e clienti) è paradossale e ingiusto. Una cosa
sola è chiara: funzionari e consulenti bancari, fiduciari dei clienti, hanno
venduto a persone il cui profilo finanziario prevedeva investimenti prudenti, obbligazioni
ad alto rischio. Per iniziativa loro? Per ordine dei superiori, dei direttori,
del management della banca? Dei responsabili ci sono nella filiera gerarchica
soprattutto se è vero che qualcuno se ne andato a casa con ricche prebende.
Comunque il direttore che ordina
una cosa del genere è un mascalzone e il funzionario che esegue l’ordine è corresponsabile
perché l’etica professionale dice che un ordine palesemente ingiusto non deve
essere eseguito. In una banca come in una qualsiasi organizzazione umana.
Anche, oggi, in una caserma.
Ora si parla di correre ai ripari.
Per il poveretto che si è impiccato ripari non ci sono. L’Europa proibisce aiuti di Stato anche se, altrove
le cose sono andate diversamente. Ma si sa l’Italia è debole, è una sorvegliata
speciale per il suo debito, qui le regole vanno rispettate e rigidamente.
Chi allora deve risarcire? Per me
non ci sono dubbi: il sistema bancario. E’ dentro il cuore di quel sistema che
è avvenuto l’errore o meglio il misfatto. Con i risparmiatori più volte il
sistema bancario ha colpito fraudolentemente: ricordate Parmalat e i bond argentini?
Si vede che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Quindi il sistema bancario
deve risarcire e integralmente quegli investitori che sono stati truffati.
Come? Di fatto è semplice. Basta guardare il profilo di rischio dei singoli
controfirmato in banca e se il profilo prevede un rischio basso, allora qui c’è
stata la truffa, l’inganno, il raggiro. Se no, a che serve quel modello che le
banche ci invitano a compilare ogni anno?
Qualcuno, stupidamente, ha
cominciato a distinguere… vediamo il reddito, solo ai poveri in canna, escludiamo
chi ha dei beni al sole… Come a dire che un ladro è legittimato a rubare se il
danneggiato è ricco o più che povero… No, Signori miei. Se chi ha un profilo a basso
rischio ha avuto vendute e messe nel suo portafoglio quelle obbligazioni
rischiosissime, va risarcito.
Non solo ma anche va punito il
venditore, il funzionario che ha rifilato all’investitore ignaro il bidone. E
senza distinzioni. E vanno puniti i manager bancari collusi o che non hanno
vigilato. Un esempio “esemplare” una volta per tutte.
E quando saremo chiamati dalla
nostra banca di cui non possiamo fare a
meno (oggi non è possibile) a compilare quel modulo (mi pare si chiami MiFid)
ribadiamo anche a voce al nostro referente
bancario che noi non intendiamo rischiare e, se possiamo, registriamolo.
Perché anche se la banca ci
presenta un volto amico e ci rassicura, ricordiamolo, quando lei è nei guai, pensa
solo a salvare se stessa e dei suoi
clienti se ne frega.
Amoproust, 12 dicembre 2015
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