mercoledì 4 settembre 2013

Passato indecente, futuro incerto



Passato indecente, futuro incerto


Molti mi hanno chiesto del silenzio di Amoproust da qualche tempo in qua. Non casuale. Voluto con determinazione. Non sapevo che dire. Mi vergognavo e ogni volta che aprivo la tastiera del computer un groppo allo stomaco mi impediva di scrivere.

Questo dal fatale giorno dei 101, il giorno del tradimento, quando 101 deputati e senatori del PD, dopo aver applaudito coralmente la sua candidatura hanno trombato Prodi nel segreto dell’urna. Franchi tiratori? No, individui ignobili che hanno usato il pugnale alle spalle. Non contro uno qualsiasi, ma contro uno dei padri nobili del loro stesso partito.

L’esito di questo tradimento lo conosciamo: il blocco delle elezioni presidenziali, il ricorso a Napolitano come unico in grado di risolvere lo stallo, il discorso di Giorgio, un discorso crudo e anche un violento j’accuse (ma oggi già dimenticato), il governo delle larghe intese.

No, caro Letta, questo non è un governo di necessità, perché non si poteva fare altro. Questo è un governo voluto e perseguito con determinazione e da Berlusconi e dalla sua corte e da quella parte del Pd che ha accoltellato Prodi. Con l’elezione di Prodi tutto sarebbe andato diversamente. La necessità è un alibi. Il tradimento ha generato le larghe intese, che, come si vede, funzionano solo quando la spunta lui, sempre lui. Ha detto via l’IMU e l’IMU è sparita. Il PD non esiste, meglio esiste solo quella parte del PD che (udite, udite) gigioneggia con Berlusconi, non lo vuole caduto né politicamente né giuridicamente, si direbbe che ne ha bisogno.

Triste dirlo ma questa realtà è nell’analisi dei fatti. Perché non si è raccolto il grido “Rodotà Rodotà” che in extremis poteva significare un riscatto? Non si voleva un intransigente difensore della legalità e della Costituzione tra i piedi. Da parte del PD, di una parte del PD. Meglio Napolitano che ha sempre avuto un deboluccio per la concordia nazionale a tutti i costi.

Ora Amoproust  non ha rinnovato la tessera del PD. Aspetta. Che cosa? Di capire a fondo l’anima di questo partito, nel quale ha militato e per il quale si è speso. Perché si è voluto liquidare l’ottimo Bersani? E, di nuovo, perché la fronda aggressiva, ipocrita dei franchi tiratori? Che, badiamo bene, non sono venuti allo scoperto, sono ancora lì, seduti nei banchi del Parlamento e dell’assemblea nazionale del PD. Non hanno detto “siamo stati noi per queste e quelle ragioni…” Sono stati nell’ombra, zitti. Ipocriti. Venduti.

Ora un nuovo scrutinio segreto attende il Senato: la decisione per la decadenza del condannato Berlusconi. Condannato in terzo grado, riconosciuto colpevole con sentenza definitiva, inappellabile. Cosa farà il PD, anzi cosa faranno questi fantasmi nell’ombra che dopo aver pugnalato Prodi potrebbero salvare Berlusconi?

Si nasconderanno ancora nel segreto dell’urna per ribaltare quello che sarebbe il giusto verdetto? Colpevole in terzo grado vuol dire che si può affermare viva voce che Berlusconi è un delinquente. Dopo avere affermato che non si poteva ritenere uno colpevole fino alla sentenza definitiva, ora questa è arrivata e ancora non si può dirlo?

Se disgraziatamente questo dovesse succedere Amoproust la tessera non la rinnoverà più, anche perché allora si potrà dire che un partito riformista di sinistra non esiste più, è saltato, ha deflagrato, si è auto estinto. Non perché non abbiamo voluto non essere giacobini (caro Violante, i giacobini accoppavano con la ghigliottina e con processi sommari dei Tribunali speciali – Berlusconi ha avuto tre gradi di giudizio, un fuoco di difesa micidiale, leggi fatte apposta per lui e noi, perché lo vogliamo decaduto da senatore, saremmo dei giacobini?) ma perché esistono tra noi delle anime che a tutto pensano tranne che ai valori della sinistra. Il partito come scalata al successo, ai posti di potere e, guarda guarda, al denaro.

Strana questa preoccupazione di distinti signori del PD di salvaguardare ancora i diritti di Berlusconi… Di che hanno paura…? Non ci sporchiamo le mani di sangue, lo vogliamo solo, a buon diritto, fuori dal Parlamento, perché questo non è un luogo giusto per lui.

Non lo sarebbe, a dir la verità, anche per i 101 famosi che mi stanno sul gozzo. Qualcuno di loro ghigna da una poltrona ministeriale. Arriverà anche per loro il giorno del giudizio, perché chi semina vento raccoglie tempesta, diceva la mia nonna, buon’anima.

E con uno scontato luogo comune Amopropust vi dà appuntamento per il dopo 9 settembre. Arrivederci!

Amoproust, 4 settembre 2013

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