Passato indecente,
futuro incerto
Molti
mi hanno chiesto del silenzio di Amoproust da qualche tempo in qua. Non casuale.
Voluto con determinazione. Non sapevo che dire. Mi vergognavo e ogni volta che
aprivo la tastiera del computer un groppo allo stomaco mi impediva di scrivere.
Questo
dal fatale giorno dei 101, il giorno del tradimento, quando 101 deputati e
senatori del PD, dopo aver applaudito coralmente la sua candidatura hanno
trombato Prodi nel segreto dell’urna. Franchi tiratori? No, individui ignobili
che hanno usato il pugnale alle spalle. Non contro uno qualsiasi, ma contro uno
dei padri nobili del loro stesso partito.
L’esito
di questo tradimento lo conosciamo: il blocco delle elezioni presidenziali, il
ricorso a Napolitano come unico in grado di risolvere lo stallo, il discorso di
Giorgio, un discorso crudo e anche un violento j’accuse (ma oggi già dimenticato), il governo delle larghe intese.
No,
caro Letta, questo non è un governo di necessità, perché non si poteva fare altro.
Questo è un governo voluto e perseguito con determinazione e da Berlusconi e
dalla sua corte e da quella parte del Pd che ha accoltellato Prodi. Con l’elezione
di Prodi tutto sarebbe andato diversamente. La necessità è un alibi. Il
tradimento ha generato le larghe intese, che, come si vede, funzionano solo
quando la spunta lui, sempre lui. Ha detto via
l’IMU e l’IMU è sparita. Il PD non esiste, meglio esiste solo quella parte
del PD che (udite, udite) gigioneggia con Berlusconi, non lo vuole caduto né politicamente
né giuridicamente, si direbbe che ne ha bisogno.
Triste
dirlo ma questa realtà è nell’analisi dei fatti. Perché non si è raccolto il
grido “Rodotà Rodotà” che in extremis poteva significare un riscatto? Non si
voleva un intransigente difensore della legalità e della Costituzione tra i
piedi. Da parte del PD, di una parte del PD. Meglio Napolitano che ha sempre avuto un
deboluccio per la concordia nazionale a tutti i costi.
Ora
Amoproust non ha rinnovato la tessera
del PD. Aspetta. Che cosa? Di capire a fondo l’anima di questo partito, nel
quale ha militato e per il quale si è speso. Perché si è voluto liquidare l’ottimo
Bersani? E, di nuovo, perché la fronda aggressiva, ipocrita dei franchi
tiratori? Che, badiamo bene, non sono venuti allo scoperto, sono ancora lì,
seduti nei banchi del Parlamento e dell’assemblea nazionale del PD. Non hanno
detto “siamo stati noi per queste e quelle ragioni…” Sono stati nell’ombra,
zitti. Ipocriti. Venduti.
Ora
un nuovo scrutinio segreto attende il Senato: la decisione per la decadenza del
condannato Berlusconi. Condannato in terzo grado, riconosciuto colpevole con
sentenza definitiva, inappellabile. Cosa farà il PD, anzi cosa faranno questi
fantasmi nell’ombra che dopo aver pugnalato Prodi potrebbero salvare
Berlusconi?
Si
nasconderanno ancora nel segreto dell’urna per ribaltare quello che sarebbe il
giusto verdetto? Colpevole in terzo grado vuol dire che si può affermare viva
voce che Berlusconi è un delinquente. Dopo avere affermato che non si poteva ritenere uno colpevole fino alla sentenza definitiva, ora questa è arrivata e ancora non si può dirlo?
Se
disgraziatamente questo dovesse succedere Amoproust la tessera non la rinnoverà
più, anche perché allora si potrà dire che un partito riformista di sinistra
non esiste più, è saltato, ha deflagrato, si è auto estinto. Non perché non
abbiamo voluto non essere giacobini (caro Violante, i giacobini accoppavano con
la ghigliottina e con processi sommari dei Tribunali speciali – Berlusconi ha
avuto tre gradi di giudizio, un fuoco di difesa micidiale, leggi fatte apposta
per lui e noi, perché lo vogliamo decaduto da senatore, saremmo dei giacobini?)
ma perché esistono tra noi delle anime che a tutto pensano tranne che ai valori
della sinistra. Il partito come scalata al successo, ai posti di potere e, guarda
guarda, al denaro.
Strana
questa preoccupazione di distinti signori del PD di salvaguardare ancora i
diritti di Berlusconi… Di che hanno paura…? Non ci sporchiamo le mani di sangue,
lo vogliamo solo, a buon diritto, fuori dal Parlamento, perché questo non è un
luogo giusto per lui.
Non
lo sarebbe, a dir la verità, anche per i 101 famosi che mi stanno sul gozzo. Qualcuno
di loro ghigna da una poltrona ministeriale. Arriverà anche per loro il giorno
del giudizio, perché chi semina vento
raccoglie tempesta, diceva la mia nonna, buon’anima.
E
con uno scontato luogo comune Amopropust vi dà appuntamento per il dopo 9
settembre. Arrivederci!
Amoproust, 4 settembre
2013
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