giovedì 11 aprile 2013

Troncare la legislatura?

Troncare la legislatura?

Da molte parti politiche si grida alle elezioni. Dopo soli 40 giorni dall'ultimo voto. Perché non è possibile formare un nuovo governo per i veti incrociati dei partiti.  Ma un nuovo voto, anche (ipotesi peregrina) con una nuova legge elettorale, non cambierebbe il quadro politico e non garantirebbe la governabilità. A meno che la nuova legge elettorale non preveda un premio di maggioranza fuori di testa (ancora una volta).

Non solo, ma dal punto di vista di parte le simulazioni sul Mattarellum e su ipotesi di maggioritario secco sui risultati delle ultime elezioni, danno vincente il centro destra. Si preparebbe un nuovo ciclo berlusconiano. Un bene per l'Italia?

Allora che fare? L'unica soluzione è salvare questa legislatura, nella piena convinzione che non cambierebbe nulla. Si perderrebbero tempo e denaro. Ma ci sono anche due buoni motivi per mantenere in vita questo Parlamento:
  • è un Parlamento profondamente rinnovato per il 65%. Le new entry sono in gran parte giovani e donne al primo mandato. Forse inesperti ma animati da entusiasmo e buona volontà. Il fatto è più evidente presso i grillini e il PD, meno presso la destra.
  • una maggioranza  è possibile (anche se grazie all'orrido Porcellum) 
  • sono possibili soprattutto maggioranze variabili, in un Parlamento animato da buona volontà di far "qualcosa" per il Paese.
Qui cade il discorso sul Governo. Non è possibile un governo di parte (minoritario) e non è possibile un governissimo (sarebbe la paralisi per i veti incrociati). E' possibile un governo di "autorevoli" (non tecnici) di impronta politica (perché si va a cercare i voti in Parlamento). Il discorso programmatico dovrebbe (è solo ormai una mia fantaipotesi) dire apertamente che i punti di proposta saranno portati all'attenzione del Parlamento per essere votati. La fiducia? Riconosco che è un problema, tutti la dovrebbero dare perché è interesse di tutti.
Si torna così a vedere e vivere il Parlamento come il vero protagonista della politica. La Costituzione dà al Parlamento il compito di fare le leggi e le leggi approvate il Governo non le può rifiutare (può mettere la fiducia, ma con un accordo programmatico del genere sarebbe il suicidio). Avverrebbe per esempio che una legge anticorruzione potrebbe ottenere una maggioranza a sinistra e una legge diversa una maggioranza più ampia.  Una legge sul finaziamento pubblico potrebbe trovare una convergenza trasversale ecc.ecc.
E' fantapolitica? Se sì andiamo al voto con questa o un'altra legge e corriamo il rischio del punto e a capo, dello stallo, della palude. Vogliamo correrlo questo rischio?
Amoproust, 11 aprile 2013

 


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