E dopo?
L’esperienza
del Governo Monti è ormai in fase avanzata e si approssima l’appuntamento
elettorale. C’è qualcuno che, molto stupidamente, lo vorrebbe anticipare, con
la scusa della legge elettorale nuova. Che, però, non è stata ancora concordata,
né approvata. E poi una nuova legge elettorale non dovrebbe essere, finalmente,
definitiva? Durare qualche anno? Direi di sì. E allora perché tutta questa
fretta di votare prima della scadenza naturale della legislatura?
La
ragione è una: sono iniziati giochetti dei partiti, lo studio delle convenienze,
delle opportunità, i calcoli, la consultazione frenetica dei sondaggi.
Tuttavia
s’impone una riflessione. Qualsiasi cosa si pensi del Governo Monti, occorre
considerare che ha fatto un gran bene all’Italia: ha ridato credibilità al
paese dopo la disastrosa parentesi (e spero che lo sia veramente)
berlusconiana; ha impostato alcune riforme dolorose di austerità (pensioni,
lavoro, spending rewieu) che i partiti non sarebbero mai stati in grado di
fare; ci ha salvato da un default rovinoso e dalla fuoruscita dall’euro che ci
avrebbe affossato per sempre; ha avviato una vera “guerra” all’evasione fiscale
(finalmente! – attendiamo i risultati); infine Monti ha lavorato bene in Europa
(il suo vero campo d’azione) per impostare una strada verso l’Europa politica,
unita veramente, non solo monetariamente.
Si
potrà dire che Monti ha pestato troppo sull’austerità, ha fatto pagare molto ai
soliti noti, non ha spremuto i ricchi, insomma ha realizzato poco la
sbandierata “equità”. Ok. Si potrà dire anche che tanto si è fatto per il
rigore, poco per la crescita. Ma proprio per questo Monti deve completare l’opera,
deve poterlo fare. Sto dicendo chiaramente che ogni tentativo di mandarlo
prematuramente a casa sa di boicottaggio non di lui, ma della sua opera riformatrice
e del risanamento italiano.
Cosa
succederà dopo, alla scadenza elettorale? Nubi fosche.
Nessuna
forza politica ha i numeri per governare da sola. I due maggiori partiti sono
sotto il 25%. C’è una minaccia non tanto piccola che arriva dall’antipolitica
di Grillo e dell’IDV. La Lega è allo sbando e i suoi elettori in cerca di un’ancora.
La
nuova legge elettorale - però - sembra voler respingere il premio di
coalizione. Quindi ingovernabilità o mercato delle vacche dopo le elezioni per
creare alleanze su cui i cittadini non si sono pronunciati. Il tutto fa comodo
a qualcuno che si appresta a sostenere, dal centro, il miglior offerente. La
vecchia politica dei due forni.
No,
i cittadini devono sapere “prima” del voto le coalizioni che si propongono per governare.
Prima non dopo.
E
poi che ne sarà dell’esperienza Monti? Mi sa che, sparito lui (probabilmente con
un prestigioso incarico europeo) ricominceranno i soliti giochetti, la corsa
agli sprechi, le clientele, le faide e il boicottaggio delle riforme.
E
allora? Un’unica risposta. Bisogna trovare la soluzione perché Monti rimanga
legittimamente in carica e in opera o lui direttamente o un suo uomo di
fiducia.
Soluzione
che si prospetta possibile con Monti (o un vice Monti) a capo di una coalizione
di centro-sinistra, con l’UDC e il PD e le forze di area che ci staranno, con
un preciso programma di continuità e di rilancio dell’economia, con la priorità
assegnata a lavoro, occupazione, giovani e ambiente. Questo tipo di coalizione ha la possibilità di ottenere un largo consenso elettorale, anche da parte della borghesia moderata e prudente. Perché non il centro
destra se Monti è uomo di destra? Perché questo centro destra si è dimostrato totalmente
inaffidabile e anche ora da segni di squilibrio e di tensioni interne e di malcelata
opposizione allo stesso Monti.
E
via ogni progetto di grosse koalition.
Si deve tornare alla logica contrapposizione tra una sinistra riformista e una
destra liberal conservatrice (se esiste, per ora è solo populista). E Monti riformista lo è, no?
E
Vendola? Ma, chi lo capisce? Ha dichiarato ancora che priorità del programma
deve essere il riconoscimento dei matrimoni gay. Mi sembra del tutto fuori luogo, non in
quanto non sia legittima la richiesta, ma perché Vendola sa benissimo che, con
questa impostazione, politicamente rigida, si aprirebbe un contenzioso mortale
con l’area cattolica e patapum! Fine della storia.
Ora
i diritti degli omosessuali e, in genere, delle minoranze, vanno tutelati e
difesi senza se e ma. Ma occorre fare i conti con le diverse sensibilità politiche
di una coalizione e saper aspettare.
Questa
la proposta che giro anche al mio partito. Non liquidiamo Monti, caro Bersani,
anche tu, abbi pazienza.
Amoproust,
26 agosto 2012.
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