lunedì 5 dicembre 2011

LA MANOVRA MONTI (TRE)


LA DOCCIATA E’ ARRIVATA

Finalmente sappiamo. Finalmente siamo in grado di dare un giudizio.

Diciamo subito che non ci è molto piaciuto il modo con il quale è stata costruita questa manovra in relazione  al suo risultato. Ci volevano tecnici insigni, professori illustri, menti accademiche per partorire tasse e tasse? C’è stridore tra la grancassa del governo d’eccellenza e ciò che, per ora, ha prodotto.

Poi c’è un pizzico di delusione, perché la tanto promessa “equità” come chiave guida della manovra, palesemente non c’è. O ce n’è molto poca. Se pensiamo a una bilancia con due piatti, quello del ceto medio e medio basso è gravato di oneri, quello del ceto medio alto e alto molto meno (in rapporto, come dice la Costituzione, alla capacità contributiva).

Insomma pagano in gran parte i soliti, perché facili da colpire, perché fanno massa critica, perché non hanno lobby che li proteggano. Facile, troppo facile.

Poi molte tasse e pochi tagli. Ai costi della politica (zero!),  agli sprechi degli apparati (molto poco), alla pletora della PA (il taglio della burocrazia vorrebbe dire il tagli degli impiegati della PA… quanti occupano una sedia inutile? Potrei raccontarvene delle belle, tutti abbiano episodi nel cassetto) quasi  niente.

E veniamo ai singoli provvedimenti. Alcuni. Impossibile valutarli tutti.

Le pensioni. Monti ci è andato giù pesante. Forse pensando al plauso europeo (questa riforma è la più strutturale di tutte). Amoproust non ha obiezioni:  è nella logica demografica delle cose che si debba lavorare più a lungo. Però la riforma ha un difetto: pretende troppo subito, di colpo, tra un mese (2012). Un po’ più di gradualità avrebbe garantito nel tempo lo stesso risultato e avrebbe fatto meno male. A proposito di medicine troppo amare inutilmente.

Casa ICI IMU. Anche qui il professore non ha scherzato. Giusto  tassare la casa, è un’imposizione che c’è in tutta Europa. Quella illusione berlusconiana di poterne fare a meno ci ha solo ingannati. Ora ritorna e più pesante per tutti. Però non è fortemente progressiva com’era stato promesso. Alza i cespiti erariali in modo esagerato (60%), non esenta i più poveri, colpisce come una frusta il ceto medio. Chi ha la seconda casa (fatto che è stato socialmente incentivato, non lo dimentichiamo), è considerato una  specie di peccatore. E se, non potendo o non volendo pagare l’ICI, fossero immesse sul mercato centinaia di seconde case, che succerebbe al mercato immobiliare? Un po’ più di mano leggera e di distinzione tra il possesso di una seconda casa e un patrimonio immobiliare vero e proprio non avrebbe guastato. Ci pare che questa tassazione sia un alibi per non mettere una vera patrimoniale e aggirare l’ostacolo dell’opposizione berlusconiana. E, a proposito, la Chiesa pagherà l’ICI sulle proprietà non dedicate al culto? Sembra di no. Signori della CEI, è questa l’equità invocata?

Patrimoniale. E’ la grande assente, assenza mitigata da un po’ di imposte sparate qua e là su barche, posti barca, auto di lusso e 1,5% di extratassazione per gli scudati. Un conto è però una patrimoniale organica e progressiva sui grandi patrimoni accertati (compresi quelli ecclesiastici) e un conto sono imposte su beni occultabili con abili intestazioni a zii, nipoti, cugini e nullatenenti vari.

Evasione fiscale. Troppo poco la limitazione dei provvedimenti in merito alla tracciabilità dei pagamento oltre i mille euro. Ci voleva molto molto di più. Se pensiamo che la mancanza di fedeltà fiscale ci procura un danno enorme: se non ci fosse evasione o fosse molto ridotta gran parte dei provvedimenti di cui andiamo  cianciando sarebbe stata inutile. E poi: se l’ idraulico mi presenta un conto in nero di 1500 euro e pretende il contante chi impedisce che ciò avvenga? Prelevo un giorno 500, il giorno dopo altri 500 e così via. Il gioco è fatto, soprattutto se l’idraulico mi fa lo sconto se pago in nero.  Solo introducendo il conflitto di interessi tra cliente e fornitore si regolarizza il mercato. Se posso dedurre la spesa dell’idraulico, almeno in una certa quantità, esigo la fattura e quello non evade più. Si dice che l’erario ci rimetterebbe perché deducendo non pagherei più le tasse di prima. Ma le pagherebbe l’idraulico e sarebbe più giusto. Così avviene in tutte le parti  del mondo. Stupisce che anche il professor Monti non ci abbia pensato, un cervellone economico. Ma poi vediamo chi gli sta a fianco, chi ha voluto al suo fianco. Si chiama Grilli, era un uomo di Tremonti. E’ tutto dire.

Costi della politica. Zero. Di veramente incisivo e simbolicamente significativo. Le Province sono enti periferici e nessuno ormai se ne cura, decretate morte da tutti

Insomma, per farla breve, questa manovra non ha niente di veramente innovativo. Accontenta di più il ricatto del centro destra e punisce la remissività del centro sinistra.  Va approvata, si sa, in regime di emergenza, turandoci il naso, ma esprimendo tutto il nostro rammarico per l’occasione mancata.

E questa debolezza e mancanza di incisività sull’equità, rende, secondo me, del tutto inutile la continuità del governo Monti. Faccia quel che deve fare, faccia la riforma elettorale o lasci il risultato al referendum (forse è meglio prima che si configurino altri pasticci) e poi si vada a votare in un  clima protetto di maggior serenità. Senza paure di default. Torni il pallino in mano al popolo sovrano, che almeno noi si decida il nostro destino, scegliendo da chi essere governati.

Prof Monti, buone vacanze.

Amoproust, 5 dicembre 2011

Ps.

1. Stamattina, giorno dell’annuncio della manovra, ho avuto l’occasione di frequentare molti luoghi pubblici: l’ambulatorio ASL, il CUP, la Posta, alcuni negozi. Ebbene: non ho notato alcun cambiamento di clima o d’umore. La gente  chiacchierava, brontolava e spettegolava come al solito. Nessuno con in mano un giornale, tranne il sottoscritto. Forse per questo la tecnica radiologa mi ha chiamato dottore. Da ridere.
La gente è distaccata dalla politica come non mai, anche sotto il governo Monti, non c’è partecipazione, c’è rassegnazione e disincanto. Siamo e ci riteniamo sudditi, lasciamo che chiunque faccia di noi carne da macello. Ci aspetta un altro Berlusconi?

2.  C’è poi una forza politica irresponsabile e cialtrona, che ha sostenuto inefficienza del governo Berlusconi fino a ieri, che ora propone la secessione concordata della Padania con il resto dell’Italia sul modello cecoslovacco. Ciance. Quali sarebbero i confini della Padania e chi sosterebbe questo progetto scalcagnato? Bossi farebbe bene a curarsi e i leghisti “saggi” (leggi p.e. Maroni) a rimboccarsi le maniche per dare un contributo positivo alla nazione , se ne è capace.


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