venerdì 15 aprile 2011

la logica batte la forma

La cosa che più spaventa un blogger, anche se piccolo piccolo come amoproust, è non poter scrivere. Ahimé, sono costretto a scrivere con un dito solo perché mi sono fratturato la mano sinistra e la cosa è molto faticosa. Tuttavia non posso tacere in questa sordida occasione dell'approvazione della legge cosidetta sulla "prescrizione breve" - ennesima occasione di dimostrazione della protervia di questa maggioranza che serra i suoi ranghi - su ordine del padrone - per salvare il culo al padrone stesso, poverino. Tutti servi, tutti yes men per la causa, tutti quindi corresponsabili dei delitti del capo, se lo coprono e gli permettono di sfangarla ancora una volta. Se lui è corruttore, tutti corruttori o aspiranti tali perché è ladro chi ruba ma anche chi tiene il sacco. E che lui sia corruttore, è indubbio, manca solo una bella sentenza a sancirlo una volta per tutte. Perché se è stato appurato che Mills è stato corrotto, un corruttore ci sarà bene o no? E chi se non colui che ha tratto il massimo vantaggio dalla corruzione? La logica precede  e anticipa la sentenza che si vuol evitare con la prescrizione anticipata con legge apposita. La logica batte la forma giuridica e svela l'inghippo, marchia l'infame anche se la sfanga ancora una volta, legittima tutti a dire: ecco, è un corruttore.
Questo è il paradosso dell'innocenza berlusconiana che si regge sull'evitamento doloso e furbesco della condanna formale, attraverso le leggi ad personam e attraverso un apparato legale da miliardario, beato lui che se lo può permettere. Un povero cristo senza i suoi miliardi sarebbe già in galera da un pezzo. Ma il paradosso vuole che lui, secondo logica stringente e apodittica, sia allo stesso modo colpevole, come il fuggiasco o il clandestino contumace. Senza alcun dubbio e questa considerazione fa sì che il suo potere sia già illegale e usurpato e che i suoi sgherri e servi del parlamento siano già, a rigore, fuori legge. Non vale dire che lui è stato scelto dal popolo, bisogna vedere come, attraverso quali finzioni e raggiri, attraverso quali strumentazioni improprie, attraverso quale uso furbesco dell'informazione o della disinformazione. Il caso Minzolini insegni.

Insomma amoproust pensa che oggi, qui, in Italia, siamo in un regime ormai non più democratico ma populista e autoritario, sostanzialmente illegale e frutto d'usurpazione. Che poi si faccia di tutto per mantenere in piedi formalmente un Parlamento asservito per dar vita a leggi costruite su misura sartoriale al capo, salva la faccia, ma non riesce a mascherare l'inganno. Questo legittima la rivoluzione, legittima la rivolta di piazza, s'intende democratica e non violenta. Perché chi usurpa non può permettersi il lusso di invocare la democrazia formale quando è in grado di pilotarla e deviarla costruendo un consenso artificiale e asservito. E' dittatura, è regime.

amoproust con un dito solo: 15 aprile 2011.

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