In
attesa perenne (aspettando Godot… o il deserto dei tartari?)
Oggi
siamo in attesa della sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum (sembra
il nome di un treno…). Ieri eravamo in attesa dell’esito del referendum. Gli
italiani sono in perenne attesa e intanto che si fa?
La
naturale scadenza della legislatura è tra un anno. Poco più. A che servirebbe
cambiare ancora Governo? Mi diceva un amico che Angela Merkel, imperitura
cancelliera germanica, ha conosciuto cinque presidenti del consiglio italiani:
Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e adesso
Gentiloni. Il nostro motto sembra essere “instabilità”!.
L’Italia
è un sacco pieno di emergenze: terremoto, neve dove non la si aspettava, dissesto
idrogeologico, corruzione, disoccupazione, malavita congenita. Cambiare semplicemente
Governo serve solo a dilazionare i problemi, non a risolverli. Poi abbiamo come
Presidente del Consiglio una persona pacata, che sa il fatto suo, che sembra
muoversi bene. Dicono che sia un governo Renzi mascherato, ma a vedere le due
prospettive molto diverse (Gentiloni intenzionato ad andare avanti, Matteo che
preme per il voto) si direbbe di no.
Qualsiasi
cosa succeda con l’Italicum, una legge elettorale dovrà essere formulata e
approvata. Tempo, ci vuole tempo, perché la gatta frettolosa fa i gattini
ciechi. Il PD rischia, andando al voto, di avere come successore Grillo o,
peggio ancora, Salvini. Non interessa la fine del PD, interessa il Paese. C’è
un’alternativa seria che non sia lo sfascio, l’avventura, l’ulteriore disastro?
Tutti
dicono che il Parlamento non ha alcuna intenzione di andare al voto per via della
pensione dei deputati (a ottobre scade il termine per averne diritto). Ok.
Meglio così – in fin dei conti hanno lavorato cinque anni – piuttosto che un
falso rinnovamento, una nuova illusione.
Di persone
capaci ne abbiamo. Nell’attuale squadra di Governo ci sono. Insieme a persone
che bisognerebbe mandare a casa. Magari un rimpastino che dia brillantezza al
tutto.
Aspettando
Godot…
Amoproust,
24 gennaio 2017.
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