martedì 13 dicembre 2016

nuovo governo

Nuovo governo…

Il referendum è alle spalle e sarebbe inutile recriminare, stracciarsi le vesti e guardare indietro. Il responso  delle urne è stato chiarissimo e così anche l’”intenzione” vera che ha guidato il voto: mandare  a casa Renzi. 
Esito logico con l’ammucchiata che ha visto accomunati nel “no” estrema sinistra e estrema destra, nonché forze antisistema. Il quesito del referendum ignorato dai più, come si può constatare dialogando con i cittadini che hanno votato contro Renzi.
“Perché cosa succede?”è la domanda comune, la FAQ, si direbbe in linguaggio informatico.

Ogni riforma costituzionale, compreso il bicameralismo perfetto bloccata, chissà ancora per quanto tempo. Il caos Governo Regioni causato dalla riforma del titolo V fatta dal centro sinistra nel 2001 (purtroppo) continuerà imperterrito.

Ora Renzi giustamente si è dimesso. Ma le Istituzioni sembrano non avere capito a fondo il messaggio dei cittadini che hanno votato “no”. 
Dicendo “no” a Renzi si è invocato un cambio di passo in economia, sulle riforme per il lavoro, sulla crisi in generale, sulle emergenze territoriali. Cioè il messaggio è stato: “Pensate un po’ di più ai nostri problemi, un po’ meno alle vostre poltrone”. Messaggio che si è servito del no, impropriamente.

La riproposizione di un governo semifotocopia ha due significati: si continua come prima (senza significativi cambi di rotta) e sarà per poco: qualche mese e non di più, giusto il tempo per fare la riforma elettorale, gestire gli incontri internazionali e andare  a votare. Riforma elettorale necessaria per evitare clamorosi pasticci e ingovernabilità.

Quindi ancora attesa e lungaggini per l’attacco deciso ai sempiterni problemi dei cittadini.

Gentiloni è un galantuomo, si spera che abbia una modalità di relazione con il Parlamento e con i cittadini più cortese e garbata e nel merito dei problemi. Speriamo.

Poi certe scelte ministeriali sono, a dir poco, discutibili.
Perché Alfano agli esteri? Non ha alcuna competenza e la situazione internazionale esige invece decisioni, lungimiranza e esperienza. Poltrona data solo per  completare il cursus honorum del Soggetto.

Perché Maria Elena Boschi giubilata, promossa? E’ la grande sconfitta dall’ esito del referendum, da lei si esigeva un passo indietro come ha fatto Renzi. Il posto di sottosegretario a Palazzo Chigi è delicatissimo, non era il caso di cambiare. La Boschi (un’altra!) non ha esperienza in merito.

Perché solo la Giannini punita con l’esclusione? Certo l’istruzione è una casella importante, ma l’insuccesso della “buona scuola” è solo della Giannini? E cosa potrà fare la Fedeli in pochi mesi? E non c’era nessun altro (tipo Poletti) da mettere da parte?

Insomma o Gentiloni e il Presidente della Repubblica hanno avuto solo fretta (un po’ a ragione) e hanno fotocopiato per mandare un messaggio: “dura minga, non può durare!”

Alla prossima dunque, dopo le elezioni.


Amoproust, 13 dicembre 2016

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