Nuovo
governo…
Il referendum è alle spalle e
sarebbe inutile recriminare, stracciarsi le vesti e guardare indietro. Il
responso delle urne è stato chiarissimo
e così anche l’”intenzione” vera che ha guidato il voto: mandare a casa Renzi.
Esito logico con l’ammucchiata
che ha visto accomunati nel “no” estrema sinistra e estrema destra, nonché forze
antisistema. Il quesito del referendum ignorato dai più, come si può constatare
dialogando con i cittadini che hanno votato contro Renzi.
“Perché cosa succede?”è la domanda
comune, la FAQ, si direbbe in linguaggio informatico.
Ogni riforma costituzionale,
compreso il bicameralismo perfetto bloccata, chissà ancora per quanto tempo. Il
caos Governo Regioni causato dalla riforma del titolo V fatta dal centro
sinistra nel 2001 (purtroppo) continuerà imperterrito.
Ora Renzi giustamente si è dimesso.
Ma le Istituzioni sembrano non avere capito a fondo il messaggio dei cittadini
che hanno votato “no”.
Dicendo “no” a Renzi si è invocato un cambio di passo in
economia, sulle riforme per il lavoro, sulla crisi in generale, sulle emergenze
territoriali. Cioè il messaggio è stato: “Pensate un po’ di più ai nostri
problemi, un po’ meno alle vostre poltrone”. Messaggio che si è servito del no,
impropriamente.
La riproposizione di un governo
semifotocopia ha due significati: si continua come prima (senza significativi cambi di rotta) e sarà per poco:
qualche mese e non di più, giusto il tempo per fare la riforma elettorale,
gestire gli incontri internazionali e andare
a votare. Riforma elettorale necessaria per evitare clamorosi pasticci e
ingovernabilità.
Quindi ancora attesa e lungaggini
per l’attacco deciso ai sempiterni problemi dei cittadini.
Gentiloni è un galantuomo, si spera
che abbia una modalità di relazione con il Parlamento e con i cittadini più
cortese e garbata e nel merito dei problemi. Speriamo.
Poi certe scelte ministeriali sono,
a dir poco, discutibili.
Perché Alfano agli esteri? Non ha
alcuna competenza e la situazione internazionale esige invece decisioni, lungimiranza
e esperienza. Poltrona data solo per
completare il cursus honorum del Soggetto.
Perché Maria Elena Boschi giubilata,
promossa? E’ la grande sconfitta dall’ esito del referendum, da lei si esigeva
un passo indietro come ha fatto Renzi. Il posto di sottosegretario a Palazzo
Chigi è delicatissimo, non era il caso di cambiare. La Boschi (un’altra!) non
ha esperienza in merito.
Perché solo la Giannini punita con
l’esclusione? Certo l’istruzione è una casella importante, ma l’insuccesso
della “buona scuola” è solo della Giannini? E cosa potrà fare la Fedeli in
pochi mesi? E non c’era nessun altro (tipo Poletti) da mettere da parte?
Insomma o Gentiloni e il Presidente
della Repubblica hanno avuto solo fretta (un po’ a ragione) e hanno fotocopiato
per mandare un messaggio: “dura minga, non può durare!”
Alla prossima dunque, dopo le
elezioni.
Amoproust, 13 dicembre 2016
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