Khaled Asaad
Era un archeologo. Uno studioso per quarant’anni responsabile
delle antichità in Palmira. Quando sono arrivati i fanatici tagliagole
dell’Isis non ha voluto abbandonare il campo, ma ha fatto di tutto per salvare
il salvabile. I macellai (che altro non sono) iconoclasti di ogni forma di vita
e di arte volevano sapere il luogo dove Khaled aveva nascosto i suoi tesori.
Come un eroe della Resistenza o come un martire cristiano del primo secolo non
ha parlato. Probabilmente torturato, imprigionato come un delinquente, Asaad è
stato condannato a morte e decapitato.
Sui siti jihadisti sono apparse immagini truculente della
decapitazione, la testa depositata ai
piedi del cadavere con gli occhiali infilati ancora sul naso, con cartelli infamanti relativi alla sua
collaborazione, “direttore del museo degli idoli”.
I media occidentali non hanno voluto far vedere queste immagini.
Errore. Io l’avrei fatto per denunciare al mondo intero quella che sta diventando la vera barbarie del secolo, più
infame delle persecuzioni naziste (se possibile) più truculenta delle fosse
comuni degli inferni dei Balcani.
L’Isis è una realtà che gli storici studieranno e cercheranno di
comprendere, se li fermeremo. Ora è tempo di uscire dalla paralisi
internazionale, dai giochi diplomatici e dai veti incrociati per dire “basta” e
intervenire.
Sono e sarò sempre un pacifista, detesto le armi, so che con le
guerre non si risolvono i problemi. Ma un cancro è un cancro e va estirpato.
Contro la barbarie nazista a un certo punto si è deciso di sbarcare e di
attaccare.
Non so cosa si possa fare oggi con l’Isis ma certamente agire
come se fosse un destino tenerli in vita e permettere loro di distruggere
popoli e civiltà, non ha senso. Asaad ha dato la vita per l’arte, speriamo non
inutilmente. Migliaia di persone sono morte e centinaia di migliaia stano
fuggendo e investendo come profughi mezzo continente. Per le responsabilità
dell’Isis. Ora questi barbari neri, privi di una qualsiasi cultura di umanità,
privi di quel fattore minimo di modernità che fa considerare una diversità come
possibile e con diritto di vita, vanno eliminati, cancellati, sconfitti.
Come?
Certamente ci sono modalità possibili, strategie internazionali
che si possono mettere in atto. La misura è colma e occorre impedire ormai solo
il peggio. Bisogna solo essere uniti, capire il pericolo, uscire dalla logica dei piccoli giochi d'interesse.
La politica dell’attendismo significa solo creare altre atrocità
e vittime.
L’umanità sana, quella ragionevole e non fanatica che vuole convivenza e
tolleranza, che mette al bando la tortura e la morte, democratica e segnata dai valori
irrinunciabili della pace, sbarchi ancora una volta, come sulle spiagge di
Normandia.
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Mentre scrivevo questo post mi è arrivata notizia dello show
scandaloso inscenato a Roma per il funerale del boss Casamonica.
Una manifestazione del genere, aperta e con l’adesione di
centinaia di persone affiliate (chiaramente plaudenti e partecipi) è una sfida
allo Stato, alla democrazia e ai cittadini onesti.
Si è dimostrata in pieno la debolezza dei poteri costituiti,
della prefettura, della questura, del Ministero dell’interno che ha sede
lì a Roma, della chiesa stessa che si è
giustificata dicendo: “Non esiste norma, nel diritto canonico, per impedire
quello che è successo”. Ma, signori
miei, esiste la coscienza. Quella che ha guidato l’azione di preti intrepidi
che opponendosi alla mafia, hanno pagato anche con la vita.
A Roma ieri ha vinto la paura, l’ignavia, la “fifa”, l’omertà,
la disonestà.
Le telecamere hanno ripreso tutto. Se vuole la questura può
interrogare tutti quelli che hanno partecipato, reggendo la bara, suonando l’orchestra,
plaudendo e … pilotando l’elicottero spargi fiori. Che pur una base l’avrà
avuta, un piano di volo anche.
Un’occasione unica per torchiare (nel senso di interrogare allo sfinimento) migliaia di persone, raccogliere
informazioni e scoperchiare quel mondo
mafioso che ubbidiva al “re di Roma”.
Perché nessuno di quelli lì, ripresi può dire: “io non c’entro,
ero di passaggio, ero lì per caso, passavo..."
Amoproust, 21 agosto 2015
Beh vorrei solo ricordare gli esiti degli ultimi interventi militari occidentali, ovvero una Libia in aperta guerra civile, l'Isis che è figlio della debolezza dell'Iraq e del baath, un Afghanistan tutt'altro che pacificato.
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