BASTA? SPERIAMO
Il filosofo politico saggista
prof Cacciari, la settimana scorsa, nel corso della trasmissione santoriana “Servizio
pubblico” è sbottato furiosamente (diversamente dal suo solito atteggiamento
calmo e prudente) in un “Basta, non ne possiamo più che si parli ancora di
Berlusconi, ci ha ingombrato per vent’anni! Ora basta!”.
Non si può non essere d’accordo
con lui. Sono molti gli italiani che invocano uno stop a questa presenza
asfissiante, a questo fantasma che ci accompagna o perché è al potere o perché
ha un processo o perché, come in questo caso, non vuole essere dichiarato
decaduto. La propaganda berlusconiana vuole che gli italiani “seri” si dimentichino
di lui, sperando che, per toglierselo di torno, gli concedano un lasciapassare.
E gridano al complotto, al “plutone di esecuzione”, coprendosi di ridicolo. Ma
come si fa, Cacciari, a dimenticarsi di Berlusconi se ogni mattina, quando apriamo
il giornale, lo troviamo in prima pagina o, quando accendiamo il televisore è
lì a dichiarare, sconfessare, polemizzare, minacciare, promettere, scongiurare…
Si impone (grazie ai media), si infiltra, c’è. Le forze che si oppongono al
berlusconismo lo sappiano una volta per
tutte: solo sconfiggendolo politicamente e con numeri significativi Berlusconi
non sarà.
Voto palese e voto segreto
È stato il tormentone delle
ultime settimane. La regola del Senato vuole che, quando si vota sulle “persone”
il voto sia segreto. Le regole vanno rispettate. Ma nel caso di lui, l’eterno
SB si è cominciato a temere l’incubo dei
franchi tiratori, annidati nelle diverse parti politiche, così si è chiesto di
passare al voto palese. Trasparenza, si è detto. Ma, concedetemelo, una trasparenza
pelosa, che costringe a votare in una certa direzione per lealtà di partito, a
meno di non fare una chiara dichiarazione di voto. I traditori o franchi
tiratori o filibustieri, tali rimangono, solo che si toglie loro la possibilità
di esprimersi. I 101 che hanno votato contro Prodi sono ancora lì, al loro
posto, ma se il voto fosse stato palese, pensate che non avrebbero poi fatto di
tutto per fregare il risultato? Il traditore, il voltagabbana, il “sto con chi
mi paga meglio” non dovrebbe esistere in un Parlamento sano. Ma il nostro, di
nominati, non lo è, comprende nel suo seno malavitosi, condannati, inquisiti e
sospetti. Quindi la vera questione è che, con un sistema elettorale diverso, di
eletti scelti dalla gente, il Parlamento venga ripulito. DDT ci vuole, disinfestazione.
Tornando al voto palese credo che si pareggeranno solo i conti tra gli intenzionati
nelle file del PD a salvare Berlusconi e gli intenzionati, nelle file del PDL ad affossarlo. Amen
Legge elettorale
Una nuova legge elettorale? Chiaramente, stando ai fatti, la
si sta boicottando. Un Parlamento di nominati non
può volere sinceramente una legge che ridia la parola agli elettori. Molti di
loro sparirebbero come nel caso del dimezzamento del numero dei Parlamentari. Scommettiamo
che la Consulta, il 3 dicembre, dichiarerà incostituzionale parte del Porcellum
e che si arriverà a tale data, senza una discussione e una decisione del
Parlamento? Scommessa facile. Il Governo Letta non si muove (e come potrebbe
stretto tra due forze opposte), ma potrebbe fare una proposta, provocare una
reazione. Ma preoccupato solo di sopravvivere a tutti i costi, è fermo,
immobile. L’unica possibilità di andare
a votare con una legge diversa è che cada questo Governo, Napolitano dia
l’incarico a un tecnico di formare un governo di 4 persone (Governo del
Presidente) con l’unico obiettivo di fare una legge elettorale equa e
finalizzata a una maggioranza stabile e a una vera democrazia elettiva. Pochi
giorni e il Parlamento la vota: chi ci sta, ci sta. E qui si vedranno i veri
democratici. Napolitano è
legittimato a farlo, ha un mandato
implicito nella supplica che gli è stata fatta di tornare al Quirinale. Chi lo
chiama re Giorgio, Grillo in testa, è un imbecille. I re e i dittatori si
autonominano, non vengono supplicati.
Larghe intese
Intese non larghe, ma smagliate,
conflittuali, rancorose. Insomma assai poco “intese”, molto di più “malintese”.
Non funziona quasi nulla. La legge di stabilità, per la quale si è tenuto in
piedi il governo Letta, è un pastrocchio inenarrabile di provvedimenti contradditori.
Si toglie con una mano e si prende con l’altra. Per motivi elettoralistici il PDL
ha voluto abrogare l’IMU (e il supino Letta ha accettato, dopo aver gridato al
mondo che l’IMU sarebbe stata rimodulata). Dall’abolizione dell’IMU (si parla
di prime case) è uscito un aborto di provvedimenti dai nomi strani: TRISE, TASI,
imposte che sembrano non riguardare la casa ma di fatto vengono calcolate sulla superficie e sulla
rendita catastale. IMU mascherate e, purtroppo ingiuste, perché, sembra che chi
prima godeva di sane detrazioni per carichi di famiglia, oggi non più. Insomma
un pateracchio, indegno di un Governo che si dice “al servizio del paese”. Il
coraggio di una patrimoniale giusta e progressiva, a partire da un certo
livello, questo ci vuole. Ma i benestanti, coloro che hanno i veri patrimoni
non vogliono, meglio tassare il lavoro e le aziende. Giustizia sociale.
Indegno è anche il cedimento di
Saccomanni alla volontà del PDL di non volere una diminuzione del contante a
favore dell’uso di sistemi di pagamento tracciabili (bonifici, carte di credito
e di debito). La giustificazione è che il popolo italiano rozzo e ignorante,
non può ancora accedere a questi strumenti sofisticati. Alfano, Saccomanni,
Brunetta e compagnia, vi rendete conto di quel che dite? I paesi europei usano
regolarmente questi strumenti in modo doppio o quadruplo al nostro… La verità
vera è che così si difende e facilita l’evasione fiscale degli amici. I
Parlamentari e il Governo a ruota in difesa dell’evasione. Tutti i tecnici
sostengono che l’evasione si stronca prevenendola, con strumenti tracciabili.
Loro no, le mazzette si fanno con i contanti, no? E poi il supremo signore e
padrone della destra italiana è un pregiudicato condannato per evasione
fiscale. L’esempio vien dall’alto, non vi pare?
Una bella notizia
Non viene dall’Italia, ma dal mondo
arabo, quello ricco e potente, seduto sui petrodollari, ma arretrato culturalmente,
dominato da maschi presuntuosi e padroni. Le donne dell’Arabia Saudita si sono
ribellate al divieto loro imposto di non guidare l’automobile e hanno celebrato
un giorno di rivolta e di dileggio.
Guidando per le strade di El Riad e delle altre città. Sappiamo che la beffa è
stata pienamente giocata, non sappiamo quante donne siano state arrestate e
imprigionate. Ma è così che si costruisce la storia – sfidando le assurdità del
potere e prendendosi la propria libertà e dignità.
Italiani, imparate.
Renzi
Il sindaco di Firenze corre per
la segreteria del PD. Ma si dimentica di essere del PD. Dà vita a una
convention alla Leopolda e non vuole le insegne del partito, il simbolo. Una
roba da matti. Come se la nazionale di calcio rifiutasse di giocare con il
tricolore sulla maglia e non volesse cantare l’inno nazionale. Come se una
convention aziendale rifiutasse il logo e il brand dell’azienda. Con tutto il
rispetto per il sindaco di Firenze, questo è un gran casino e un fatto
sconvolgente. Cosa intende guidare, un partito fantasma? Il buon Matteo, che di
idee buone ne ha, purtroppo non ha alcuna idea su cosa significhi essere a capo
di un partito plurale e eterogeneo, che prima ha bisogno di essere unito, di
avere un’identità, poi, su questa base, di vincere. I sondaggi dicono che
vincerà, ma barando. La regola che apre le porte delle primarie per la segreteria
del partito a tutti, indistintamente, è un pateracchio ignobile. Avete mai
visto un condominio che fa votare anche gli inquilini di altri palazzi? Oppure
un consiglio di amministrazione che fa votare anche non appartenenti? Il popolo
che affluirà a votare l’8 dicembre sarà convinto di votare per un futuro
premier… è questo che vuole Renzi, confondere le acque?
Amoproust, 2 novembre 2013.
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