giovedì 26 gennaio 2012

Gasolio e Cristo...

Ma di che parliamo?
 
Due pensierini semplici semplici…
 
Numero 1.
 
I giorni appena passati hanno riempito le cronache di notizie di blocchi stradali, proteste davanti a Palazzo Chigi, fabbriche chiuse e supermercati vuoti per mancanza di rifornimenti. E tonnellate di roba deperibile buttata via.
A protestare soprattutto autotrasportatori e taxisti, nonché pescatori, per il rincaro intollerabile del gasolio. Con il massimo rispetto delle categorie summenzionate abbiamo da obiettare.
 
Il gasolio costa sempre di più e questo è un problema. Ma sappiamo anche benissimo, per antica esperienza, che questo costo verrà scaricato in silenzio, a poco a poco, sui consumi e sui consumatori, terminale ultimo di ogni rincaro e ogni balzello, dazio, gabella e imposta. In secondo luogo se il costo del carburante scottasse veramente tanto, si farebbe di tutto per risparmiarlo. Ma invece… sono stato oggi sulle tangenziali di Milano e che ho visto? Auto lanciate a 140 all’ora e TIR, camion e  autoarticolati al loro seguito ansimanti ma ben determinati a non lasciare spazio e  a non perdere sorpasso. Ora anche i somari sanno che andando a una velocità inferiore, basta 110 al posto di 130 e 90 al posto di 110 si risparmia fino al 30% di carburante. E allora? Se il problema fosse quello del gasolio caro oggi tutti sarebbero dovuti procedere lemme lemme. No, invece.
 
E allora qual è il problema?  Ve lo dice Amoproust. Categorie varie hanno intuito che con Monti non  si scherza, che la “festa dei guadagni facili in nero” è finita, che si è stretta la corda attorno alla vita approssimativa dei piccoli e grandi evasori. Lo ha detto bene quel taxista ingenuo che ha confessato in TV di “dichiarare” almeno il 30% in meno al fisco “altrimenti non ce la fa”. Piacerebbe anche all’operaio della Fiat o all’impiegato della Montedison dichiarare un po’ di meno perché a fine mese non ce la fa… ma i soldi non li vede manco perché glieli sottraggono alla fonte. Con tutto il rispetto, siamo tutti uguali o no? Si sa che le stesse associazioni di categoria invitano i loro associati a dichiarare quanto è previsto al minimo degli studi di settore, “altrimenti si danneggia la categoria”. 
Propongo che sui taxi si metta un emittore di scontrini collegato con il tassametro e sigillato. Così sapremo i guadagni reali, perbacco e metteremo a tacere ogni polemica. I camion hanno la loro bella scatola nera e perché no i taxisti?  
Ma pensate che questi onesti lavoratori accettino? Smentite se qualcuno ne ha il coraggio, ma ne dubito: il  corporativismo è duro a morire se non lo si distrugge.
 
Notizia 2
 
Ha fatto in questi giorni ultrarumore lo spettacolo in cartellone al teatro Parenti di Milano “sul concetto del volto del figlio di Dio”. Non l’ho visto, non dovrei giudicare. Lo spettacolo ha fatto però il giro d’Europa e la popolarità e il successo impongono attenzione. Ma testimoni autorevoli riferiscono che è un brutto spettacolo, piatto,  noioso, disgustoso in certi passaggi ma non certo blasfemo. Non si capisce perché per parlare della pietà e delle contraddizioni emotive dell’assistenza a un anziano malato occorra fare sentire olezzo di escrementi in sala con delle bombette puzzolenti (che richiamano le burla del carnevale). Non si capisce cosa c’entri il volto di Cristo se non come riferimento paradossale alla sua predicazione evangelica dell’amore per il prossimo. Se non ci fosse stato quel volto e quel titolo, questa pièce inutile sarebbe passata inosservata, invece ha attivato il pretesto di sedicenti organizzazioni ultras cattoliche che hanno inscenato piazzate con crocifissi, immagini sacre delle più stereotipate, rosari e litanie. E così hanno attizzato la controparte laica, ben lieta di massacrare l’integralismo. 
Almeno il volto di Antonello da Messina è di una straordinaria suggestiva bellezza artistica: fa pena vederlo imbrattato.
Che abbia fatto scalpore forse perché (azzardo) quello sguardo ci fa paura, ci intimorisce, ci richiama alla nostra umanità perduta, ci fa sentire in colpa, ci indaga nell’intimo, ci scuote?
 
Ben venga.
 
Amoproust, 26 gennaio  2012.



1 commento:

  1. sono d'accordo su tutto.
    in un momento di crisi come questo, in cui già le fabbriche fanno fatica ad aprire, i supermercati fatturano percentuali assurde in meno degli anni precedenti, c'è solo da rimboccarsi le maniche e fare tutti quanti dei sacrifici. così facendo stanno solo danneggiando ancora di più un'economia già con l'acqua alla gola, hanno avuto per anni un governo di incompetenti ma sono stati zitti, ora che finalmente abbiamo qualcuno, lungi dall'essere perfetto, ma che almeno sa di cosa parla tutti in strada. Io cmq per risparmiare prendo il treno, che molte volte, è vuoto mentre in strada ci vogliono ore per fare 10 km.

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