lunedì 16 dicembre 2013



I partiti sono inutili?

Per qualcuno forse sì.  Per la Costituzione e il mio modo di pensare, no. I partiti sono l’anima e il veicolo della democrazia presso la gente, il popolo e gli elettori. Senza i partiti, elaboratori di idee, di consenso e di dissenso, la strada è aperta all’autoritarismo. Non per nulla i dittatori hanno sempre, per prima cosa, pensato di abolire i partiti.

A qualcuno, attento solo agli scandali e al cattivo uso della politica e dei suoi fondi, questa considerazione può solo non piacere. In Italia l’antipolitica e il continuo fiorire di malaffare e corruzione nell’ambito dei partiti ha portato a toglier loro l’aria con cui respirano: i soldi.

L’abolizione di qualsiasi tipo di finanziamento pubblico ai partiti, per me (e non solo) è un grave errore. Noi viviamo in Europa e negli Stati europei (Francia – Germania – Olanda ecc.) una forma di finanziamento pubblico, molto controllata e seria, trasparente, c’è. Perché la politica ha bisogno di soldi: costano assemblee, riunioni, informazione, Tv e sedi, personale amministrativo e operativo. Da qualche parte questi soldi devono venir fuori. Ed è preferibile un finanziamento equo, chiaro, pubblico a un finanziamento occulto, poco trasparente.

Con la decisione di Letta si va a ruota del populismo di Grillo (che comunque non si calmerà e non si accontenterà mai, non dirà mai: hai fatto bene)  e si cerca di anticipare le mosse del competitor interno Renzi.  Ma è una mossa pericolosa, che sarà causa di difficoltà e imprevisti.

Al finanziamento pubblico si sostituisce il finanziamento dei privati, tramite il 2 per mille o donazioni. Ma questo è già un aggiramento del problema: il 2 per mille sono soldi che il contribuente deve versare allo Stato e che vengono dirottati ai partiti designati. Soldi pubblici dunque. Le donazioni sono deducibili (se chiare e alla luce del sole): nuovo trasferimento di soldi dal pubblico, almeno in parte. 

Non solo ma la politica messa in  mano alle donazioni dei privati è a rischio: il privato dona perché (a  parte pochi casi di passione e condivisione valoriale) vuole una contropartita. Le lobby cresceranno e premeranno perché si realizzino i loro interessi. A ciò che si dà in modo trasparente seguiranno le donazioni mascherate, il “nero”. Si esaspererà il conflitto di interessi.

Ma non solo. Soprattutto il finanziamento privato prediligerà  e arricchirà i partiti dei ricchi, dei conservatori che hanno di che dare. Un partito dei lavoratori su che fondi può contare quando i suoi iscritti sono sulla soglia  della povertà? E chi sarà mai in grado di controllare i finanziamenti mascherati e occulti?

Sarebbe infatti molto più equo e controllabile un finanziamento pubblico, moderato, sul modello di quello francese: si sa quanto i partiti introitano e si potrebbe stabilire che non possono spendere più di quanto avuto. Tutto online: soldi avuti e soldi spesi, fatture, bonifici e quant’altro.

La rabbia delle gente contro la cafoneria e la corruzione di una classe politica che con i soldi pubblici si paga cene e compra gioielli per le amanti e mutande dal colore discutibile è giustificata, ma non deve annebbiare il legislatore inducendolo a mosse che sono solo demagogiche e populiste.

Trascrivo qui il pensiero di un illustre economista:

“Avremmo preferito una riforma magari meno radicale, che optasse per un  sistema misto, anziché per l’abrogazione tout court del finanziamento pubblico dei partiti, ma che entrasse subito in vigore, (senza le calende greche del 2018, prima delle quali tutto potrebbe succedere. n.d.a.)… In  ogni caso occorre stabilire chi dovrà esercitare supervisione  sui partiti… non solo per sapere da chi arrivano i soldi ma anche come questo soldi vengono utilizzati”.  (Tito Boeri – La repubblica – 14 dicembre 2013).

Insomma questa decisione non convince chi vive la politica seriamente. E a chi dice “I partiti sono pieni  di soldi” dico: venite  a vedere come viviamo noi nel circolo PD di Varallo Pombia. Abbiamo una piccola sede ma ce la paghiamo noi, con l’autofinanziamento, così come paghiamo le bollette della luce e del gas. Abbiamo pagato noi, con  la nostra piccola cassa, anche le spese per le primarie, i volantini, i manifesti. E i due euro raccolti da ogni elettore li abbiamo inviati alla Federazione,  soldo su soldo. Ci autofinanziamo con il volontariato alle feste del partito e con altre iniziative, giovani e anziani. Nulla ci viene dato del finanziamento del Partito perché tutto serve per il funzionamento della macchina a livello centrale. Siamo più arrabbiati noi se ci sono ruberie e corruzioni di quanto non lo siano  cittadini non iscritti, ve lo garantiamo.

Amoproust, 16 dicembre 2013.

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