I partiti sono inutili?
Per
qualcuno forse sì. Per la Costituzione e
il mio modo di pensare, no. I partiti sono l’anima e il veicolo della
democrazia presso la gente, il popolo e gli elettori. Senza i partiti,
elaboratori di idee, di consenso e di dissenso, la strada è aperta all’autoritarismo. Non
per nulla i dittatori hanno sempre, per prima cosa, pensato di abolire i
partiti.
A
qualcuno, attento solo agli scandali e al cattivo uso della politica e dei suoi
fondi, questa considerazione può solo non piacere. In Italia l’antipolitica e
il continuo fiorire di malaffare e corruzione nell’ambito dei partiti ha
portato a toglier loro l’aria con cui respirano: i soldi.
L’abolizione
di qualsiasi tipo di finanziamento pubblico ai partiti, per me (e non solo) è
un grave errore. Noi viviamo in Europa e negli Stati europei (Francia –
Germania – Olanda ecc.) una forma di finanziamento pubblico, molto controllata e
seria, trasparente, c’è. Perché la politica ha bisogno di soldi: costano
assemblee, riunioni, informazione, Tv e sedi, personale amministrativo e
operativo. Da qualche parte questi soldi devono venir fuori. Ed è preferibile
un finanziamento equo, chiaro, pubblico a un finanziamento occulto, poco
trasparente.
Con
la decisione di Letta si va a ruota del populismo di Grillo (che comunque non
si calmerà e non si accontenterà mai, non dirà mai: hai fatto bene) e si cerca di anticipare le mosse del competitor
interno Renzi. Ma è una mossa pericolosa,
che sarà causa di difficoltà e imprevisti.
Al
finanziamento pubblico si sostituisce il finanziamento dei privati, tramite il
2 per mille o donazioni. Ma
questo è già un aggiramento del problema: il 2 per mille sono soldi che il
contribuente deve versare allo Stato e che vengono dirottati ai partiti
designati. Soldi pubblici dunque. Le donazioni sono deducibili (se chiare e
alla luce del sole): nuovo trasferimento di soldi dal pubblico, almeno in parte.
Non
solo ma la politica messa in mano alle
donazioni dei privati è a rischio: il privato dona perché (a parte pochi casi di passione e condivisione valoriale)
vuole una contropartita. Le lobby cresceranno e premeranno perché si realizzino
i loro interessi. A ciò che si dà in modo trasparente seguiranno le donazioni
mascherate, il “nero”. Si esaspererà il conflitto di interessi.
Ma
non solo. Soprattutto il finanziamento privato prediligerà e arricchirà i partiti dei ricchi, dei
conservatori che hanno di che dare. Un partito dei lavoratori su che fondi può
contare quando i suoi iscritti sono sulla soglia della povertà? E chi sarà mai in grado di controllare
i finanziamenti mascherati e occulti?
Sarebbe
infatti molto più equo e controllabile un finanziamento pubblico, moderato, sul
modello di quello francese: si sa quanto i partiti introitano e si potrebbe
stabilire che non possono spendere più di quanto avuto. Tutto online: soldi
avuti e soldi spesi, fatture, bonifici e quant’altro.
La
rabbia delle gente contro la cafoneria e la corruzione di una classe politica
che con i soldi pubblici si paga cene e compra gioielli per le amanti e mutande
dal colore discutibile è giustificata, ma non deve annebbiare il legislatore
inducendolo a mosse che sono solo demagogiche e populiste.
Trascrivo
qui il pensiero di un illustre economista:
“Avremmo
preferito una riforma magari meno radicale, che optasse per un sistema misto, anziché per l’abrogazione tout court del finanziamento pubblico dei
partiti, ma che entrasse subito in vigore, (senza
le calende greche del 2018, prima delle quali tutto potrebbe succedere. n.d.a.)…
In ogni caso occorre stabilire chi
dovrà esercitare supervisione sui
partiti… non solo per sapere da chi arrivano i soldi ma anche come questo soldi
vengono utilizzati”. (Tito Boeri – La repubblica
– 14 dicembre 2013).
Insomma
questa decisione non convince chi vive la politica seriamente. E a chi dice “I
partiti sono pieni di soldi” dico:
venite a vedere come viviamo noi nel
circolo PD di Varallo Pombia. Abbiamo una piccola sede ma ce la paghiamo noi,
con l’autofinanziamento, così come paghiamo le bollette della luce e del gas.
Abbiamo pagato noi, con la nostra
piccola cassa, anche le spese per le primarie, i volantini, i manifesti. E i due
euro raccolti da ogni elettore li abbiamo inviati alla Federazione, soldo su soldo. Ci autofinanziamo con il volontariato
alle feste del partito e con altre iniziative, giovani e anziani. Nulla ci
viene dato del finanziamento del Partito perché tutto serve per il funzionamento
della macchina a livello centrale. Siamo più arrabbiati noi se ci sono ruberie
e corruzioni di quanto non lo siano cittadini non iscritti, ve lo garantiamo.
Amoproust,
16 dicembre 2013.
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